Giocare con i videogiochi potrebbe essere la terapia del futuro per curare l’ambliopia negli adulti. Non è la prima volta che parliamo di questa opportunità (nel post “occhio pigro, lo cureremo con un videogioco”), ma una ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica PLoS Biology offre speranze anche a chi a superato abbondantemente l’età pediatrica, grazie all’allenamento con i videogiochi. Nell’ambliopia in un occhio, considerato pigro, non si sviluppa adeguatamente la vista.
Gli oculisti fino a poco tempo fa ritenevano che tale patologia fosse reversibile solo entro gli 8-9 anni di età, nel periodo cioè di sviluppo della corteccia visiva. E’ per questo che l’ambliopia rappresenta la causa più comune di disabilità visiva tra gli adulti giovani e di mezza età. Grazie alle bende oculari nei bambini si effettua una “riabilitazione funzionale” e si assiste ad una regressione del disturbo nella maggior parte dei casi. Ora, secondo i ricercatori della University of California di Berkeley, pare che la terapia innovativa sia stata tracciata: 40 ore di videogiochi e si assiste ad un miglioramento deciso della visione tridimensionale, in profondità e nitidezza.
A fare da cavie 20 pazienti tra i 16 ed i 60 anni, affetti da varie problematiche riconducibili ad un occhio pigro. Si è partiti dal presupposto conosciuto che un allenamento intenso come l’allineamento di due linee orizzontali, poteva portare a miglioramenti anche del 30%, se effettuato per almeno 50 ore.
Quello che si voleva testare era un piano di lavoro più elaborato, come un videogioco ad esempio (ne sono stati utilizzati di due tipi, uno d’azione e uno non d’azione). I risultati riscontrati hanno portato miglioramenti in 40 ore di gioco equivalenti a 120 ore di benda oculare nei bambini. Risultato sorprendente e da approfondire, nelle cause, ma soprattutto negli effetti. Gli studiosi, soddisfatti, si apprestano ad una nuova indagine caratterizzata dal confronto tra le diverse tecniche, ma nel frattempo avvisano: l’ambliopia va curata col supporto di un medico specialista, il fai da te non è indicato, neppure con i videogiochi.
[Fonte: PLos Biology]