L’Agenzia europea dei Medicinali ha approvato l’estensione delle indicazioni terapeutiche di Ozurdex per i pazienti affetti da edema maculare diabetico. Questi pazienti, a causa della patologia soffrono di una ridotta capacità visiva.
Grazie all’intervento dell’Ema ora il desametasone può essere utilizzato negli adulti che presentano la suddetta condizione, in quelli pseudofachini ed in quelli che non rispondono in modo positivo agli approcci classici o non riescano a supportare una terapia non corticostiroidea. Gli italiani possono inoltre considerarsi fortunati visto che l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco ha ottenuto che l’Ozurdex fosse inserito nell’elenco dei medicinali rimborsati dal sistema sanitario nazionale per coloro che hanno ricevuto una diagnosi di edema maculare diabetico e che risultano intolleranti alla cura d’elezione con il ranibizumab. Come sottolinea il presidente della Società Oftalmologica Italiana Matteo Piovella finalmente anche coloro che non rispondono alle cure classiche possono contare su un opzione valida terapeutica facilmente accessibile. L’Ozurdex è un anti-infiammatorio corticosteroide – in applicatore monouso che grazie all’iniezione intravitreale nella parte posteriore dell’occhio rilascia desametasone direttamente nella retina per un periodo di alcuni mesi.
L’edema maculare diabetico è una patologia che spesso si palesa nelle persone affette da diabete. E’ una delle complicanze più comuni e si palesa come un’infezione oftalmica che causa gonfiore e fuoriuscita di liquido nella macula. Se non curata, questa malattia porta prima all’offuscamento della vista e poi alla perdita della stessa fino al raggiungimento della totale cecità. Per ciò che concerne la situazione italiana su 3 milioni di pazienti circa totali affetti da diabete, almeno 200mila hanno sviluppato l’edema maculare ma solo 25 mila sono attualmente sotto cura per la patologia oftalmica.
E’ un dato sul quale riflettere. Di sicuro l’estensione delle indicazioni terapeutiche di Ozurdex darà modo di avere accesso alle cure anche a quelle persone che non rispondenti alla terapia di prima linea non potevano permettersi alternative.
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