L’ematoma è una raccolta di sangue in seno ai tessuti che da essa vengono dissociati e distesi. La causa più frequente è un trauma così forte da rompere i vasi sottocutanei. Possono essere causa anche meccanismi non traumatici: processi degenerativi dei vasi (arteriosclerosi); rottura di aneurismi, legata o meno a crisi ipertensive, patologie del sangue. Nell’ematoma sottocutaneo traumatico, il cosiddetto livido, l’emorragia viene presto delimitata dalla reazione dei tessuti circostanti, che tendono alla riparazione della lesione.
Il sangue dell’ematoma va di solito incontro a coagulazione, mentre in superficie si assiste, nell’arco di alcuni giorni, ad una variazione di colore di tipo ecchimotico della cute sovrastante l’ematoma, dal rosso scuro al blu violaceo al giallo-verdastro. Stefano ha 12 anni e la mamma lo accompagna allarmata in studio perché, cadendo dalla bicicletta, ha battuto la testa; il fatto è successo da circa un quarto d’ora e, nonostante la mamma abbia subito giustamente applicato una borsa del ghiaccio, è comparso un vistosissimo ematoma in sede fronto-parietale.
Stefano non ha avuto perdita di coscienza dopo il trauma, si è rialzato ed è tornato a casa; attualmente è lucido e vigile; non ha amnesie, ricordando perfettamente sia la caduta che i minuti immediatamente precedenti: non ha disturbi dell’equilibrio e della deambulazione: non ha mal di testa, se si eccettua la dolorabilità nella sede del trauma: non presenta nausea o vomito. Visitandolo non si rilevano alterazioni neurologiche; anche i riflessi pupillari sono normali.
Il quadro è quello di un trauma cranico non commotivo (senza compromissione dello stato di coscienza). Data però la violenza del trauma è opportuno approfondire le indagini per escludere emorragie intra-craniche; viene inviato quindi al Pronto Soccorso, dove viene sottoposto a TAC cranio-encefalica e visita neurologita.
La TAC è normale, e il neurologo non rileva segni sospetti. Stefano può dunque essere dimesso: dovrà effettuare, secondo recenti linee-guida internazionali, un periodo di riposo e di osservazione al proprio domicilio di almeno 48 ore: se in questo periodo dovessero comparire nausea o vomito, aumento del mal di testa, instabilità della deambulazione e dell’equilibrio, sonnolenza o stato soporoso, disturbi dei movimenti o della sensibilità delle braccia e delle gambe, dovrà andare subito al Pronto Soccorso.
Un ematoma che si deve sempre sospettare in caso di trauma addominale chiuso, come avviene ad esempio negli incidenti stradali, è l’ematoma della milza. La milza si trova nell’addome, a sinistra, sotto il diaframma, e in caso di trauma senza rottura della capsula (la membrana esterna di rivestimento) può formarsi un ematoma sottocapsulare. Lo strato capsulare sottile, che spesso è stato già danneggiato al momento del trauma, uno o due giorni dopo può cedere spontaneamente alla pressione dell’ematoma e rompersi (rottura in 2 tempi della milza) provocando una copiosa emorragia intra-addominale che può mettere in serio pericolo la vita.
Nel fare la diagnosi, non sempre facilissima, è essenziale l’ecografia addominale che, oltre alla milza, ci permette di individuare lesioni a carico di altri organi parenchimali, fegato e reni. La terapia è chirurgica e consiste, se l’organo è molto danneggiato, nella asportazione della milza.