Sappiamo che l’inquinamento e l’alto tasso di polveri sottili, concentrate soprattutto nelle grandi città, in centro piuttosto che vicino ad arterie stradali molto trafficate, aumentano il rischio di soffrire di asma nei bambini. Così come il fumo passivo o attivo in gravidanza e nella primissima infanzia.
Una recente ricerca ha preso in analisi la fascia d’età adolescenziale, concentrandosi stavolta sulla relazione esistente tra l’uso di farmaci e lo sviluppo di sindromi asmatiche. Lo studio è stato condotto da un’équipe di ricercatori afferente all’Istituto di ricerca medica della Nuova Zelanda ed è stato pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.
Gli studiosi hanno analizzato un campione composto da oltre 300 mila ragazzi nella fascia d’età compresa tra i 13 ed i 50 anni, residenti in ben 50 Paesi diversi. Dai dati raccolti hanno scoperto l’esistenza di un legame tra l’uso di paracetamolo e l’asma, con un aumento di oltre il doppio (due volte e mezzo) delle probabilità di sviluppare la malattia respiratoria nella fase adolescenziale. Inoltre i ricercatori hanno evidenziato una connessione tra l’antipiretico, la rinite allergica e l’eczema.
Per aumentare i rischi, è sufficiente assumere paracetamolo almeno una volta al mese, alzando di 2,5 volte la percentuale di probabilità di ammalarsi di asma rispetto a chi non ha mai fatto uso del farmaco.
Stando agli autori della ricerca, anche se non si sa con certezza che il paracetamolo sia la causa dell’incremento di asma, rinite allergica ed eczema, è indubbio che una relazione ci sia e che sarebbe causata, probabilmente, dall’interferenza provocata dall’antipiretico con il sistema immunitario, che potrebbe generare infiammazioni nelle vie aeree.
Richard Beasely, docente di medicina, coordinatore dello studio, spiega che
dato l’uso così ampio del paracetamolo, quasi la metà dei casi di asma acuta potrebbe essere evitata se non si assumesse il medicinale. Ora sono urgentemente necessari controlli randomizzati per indagare su questa relazione e gestire al meglio l’uso di antipiretici, non solo nei bambini ma anche nelle donne incinte e negli adulti.
[Fonte: Agi Salute]