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Il dolore cronico fa sentire 30 anni più vecchi

Le persone che soffrono di dolori cronici tendono ad avere una generale capacità fisica simile a quella di gente con qualche decennio in più. Ad affermarlo è un nuovo studio effettuato sui dati, cominciati a prelevare nel 2004, su 18.531 persone di oltre 50 anni. Tra i partecipanti di età tra 50 e 59 anni che non soffrivano di dolore cronico, il 37% poteva correre per un miglio (1,6 km) ed il 91% poteva camminare per diversi chilometri senza problemi. Tra quelli con dolore cronico, solo il 9% riusciva a percorrere le stesse distanze di corsa e la metà a piedi.

Abbiamo scoperto che le capacità di coloro tra i 50 e i 59 anni con il dolore cronico erano molto più simili a soggetti di età compresa tra 80 e 89 anni senza dolore, di cui il 4% sono stati in grado di correre un miglio ed il 55% erano in grado di camminare diversi chilometri, con la sofferenza che rendeva la persona di 20 o 30 anni più vecchia rispetto ai non-malati

ha spiegato il leader di studio Kenneth Covinsky della Divisione di Geriatria presso l’Università della California a San Francisco.

Il dolore cronico è un problema preoccupante per gli adulti di mezza età e nei più anziani. In realtà il 24% della popolazione dello studio ha sofferto di dolore da moderato a grave per la maggior parte del tempo. Circa 75 milioni di persone negli Stati Uniti sopportano il dolore cronico o ricorrente. La forma più comune è l’emicrania, seguita dall’artrite. Mentre il dolore è scarsamente compreso, molti esperti raccomandano ora l’esercizio fisico per combattere molti tipi di dolore cronico, in aggiunta ai farmaci nei casi consigliati dal medico.

Dal nostro studio non è possibile determinare se la disabilità provoca dolore o se il dolore provoca disabilità. Riteniamo che sia probabile che entrambi siano veri e che il dolore e la disabilità probabilmente possono agire insieme in modi che rendono entrambi i problemi peggiori in una spirale verso il basso.

I risultati, presentati oggi, sono spiegati nel dettaglio nel Journal of the American Geriatric Society.

[Fonte: Livescience]