“A volte ritormano”, è il caso di dire, come le notizie che riguardano il “pillolo”, ovvero il contraccettivo orale per gli uomini (anche se con questo termine sono state finora indicate anche altre formule anticoncezionali maschili, come nel caso di iniezioni). Stavolta a far parlare dell’argomento è una rivista scientifica pubblicata sulla rivista Cell che pone al centro di test risutati efficaci ed effettuati su topolini di laboratorio una particolare molecola, la JQ1. Questa si è dimostrata in grado di bloccare la spermiogenesi, ovvero il fisiologico processo di produzione degli spermatozooi o comunque di alterare in modo significativo il numero della produzione degli stessi.
Il problema della maggior parte delle ricerche finora attivate in tal senso (quelle finalizzate allo sviluppo di un contraccettivo, orale o meno, che agisca sull’uomo) è che hanno finora avuto alcuni limiti importanti, dovuti ad effetti collaterali, come la difficoltà di ritornare allo status quo (come avviene per la pillola contraccettiva femminile) prima dell’assunzione e dunque la reversibilità dello stato, oltre che l’incidenza negativa sul testosterone e dunque il desiderio sessuale. Lo studio in questione, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto statunitense Dana-Faber in collaborazione con il college di Baylor, dimostra come la nuova molecola non solo sia in grado di ovviare a questi effetti collaterali, ma anche di preservare la salute del nascituro.
Ovviamente questo nuovo farmaco dovrà ora essere approvato per la fase di sperimentazione sull’uomo e quindi non saremo in grado di trovarlo in farmacia a breve, ma è di certo una nuova strada scientifica da percorrere. Una delle tante, di cui vi abbiamo già parlato in passato: in Cina (non a caso, dove il controllo delle nascite è una priorità politico-sociale) ad esempio già nel 2009 sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism i risultati di uno studio sperimentale condotto su circa 1000 uomini. I risultati erano stati positivi, dal punto di vista della reversibilità oltre che degli altri effetti collaterali, anche se il nuovo medicinale consisteva in una iniezione da fare in un determinato lasso di tempo, una tantum, che andava a coprire i mesi successivi. Questo ritrovato in sperimentazione è a base di analoghi di testosterone, mentre la nuova molecola JQ1 sarebbe la prima ad avere caratteristiche diverse.
Fonte: Cell
Foto: Thinkstock