La concentrazione degli spermatozoi è in diminuzione. Il preoccupante allarme viene dal congresso della British Fertility Society, che si è svolto a Liverpool. Lo studio, presentato dal centro per la fertilità di Abardeen, ha analizzato 16 mila campioni di sperma prelevati a 7500 uomini dall’89 al 2002. Alla fine del periodo il conteggio della concentrazìone media degli spermatozoi è passato da 87 a 62 milioni, con un calo del 29.6%. Risultati analoghi, nel ’66 erano stati osservati in 4851 soggetti dalla Scuola di Andrologiia pisana, diretta dal professor Fabrizio Meschini Fabris dopo un’osservazione quasi ventennale.
Il primo e più importante imputato della lenta ma progressiva riduzione degli spermatozoi è l’inquinamento ambientale derivante dal traffico veicolare ma anche dall’utilizzo di pesticidi ed estrogeni in agricoltura e zootecnia. Queste sostanze, è ampiamente dimostrato, sono dannose per la spermatogenesi e per la qualità degli spermatozoi. Inoltre, ad accrescere ulteriormente il rischio di infertilità maschile ci sono dei dati presentati recentemente al congresso degli andrologi italiani: il 60% dei maschi non fa prevenzione andrologica e quasi il 50% è diffidente nel richiedere una visita anche quando, nell’ambito dell’infertilità di coppia, è il maschio ad avere problemi.
Un atteggiamento incomprensibile se si pensa che, ad oggi, l’infertilità maschile, in circa il 70%, dei casi, è risolvibile chirurgicamente e/o con terapie mediche. Le cause più frequenti sono rappresentate dal varicocele, dalle infezioni di testicoli, vie seminali e prostata, dal testicolo mobile, dalle ostruzioni delle vie seminali, dal criptorchidismo e dalle cause genetiche ed endocrine.
Il cripiorchidismo, cioè la ritenzione del testicolo, al fine di evitare una drastica riduzione degli spermatozoi, dovrebbe essere trattato entro i primi due anni di età. Il varicocele (dilatazione delle vene del funicolo spermatico) determina alterazione del numero e della qualità degli spermatozoi, ha una incidenza che varia dal 15- 20% nella popolazione maschile generale, superando il 30% nelle coppie infertili. Il trattamento precoce consente il ripristino dei normali parametri seminali in più del 70%.
Particolare attenzione andrebbe prestata anche al testicolo mobile che risale nel canale inguinale, abbandonando lo scroto: in questi casi si impone l’intervento di fissazione testicolare, per prevenire un danno della spermatogenesi e la torsione del testicolo. La prevenzione per la fertilità maschile dovrebbe quindi iniziare molto precocemente, ancor prima della pubertà. Ma gli andrologi sono preoccupati in quanto temono di non riuscire a svolgere una attenta vigilanza. Per questo sarebbe auspicabile l’educazione e l’abitudine alla visita andrologica. proprio come avviene con quella ginecologica per la donna. Così si eviterebbe che il maschio, dopo l’età pediatrica venga dimenticato dal medico sino ai 30-40 anni, quando le cure sono spesso inefficaci.