Fecondazione assistita, 4 mila coppie italiane vanno all’estero

Sono sempre più numerose le coppie italiane che, per coronare il desiderio di avere un figlio sottoponendosi a trattamenti di fecondazione assistita, decidono di varcare i confini. Secondo la quarta indagine dell’Osservatorio sul turismo procreativo, nel 2011 più di 2 mila coppie sono andate all’estero per la fecondazione eterologa, che prevede il ricorso a un donatore esterno alla coppia ed è vietata nel nostro Paese, ma altrettante per ottenere trattamenti che possono essere eseguiti anche in Italia.

Procreazione assistita, il punto della situazione

La cronaca odierna ci ha purtroppo raccontato di un grave caso di corruzione relativo alle liste di attesa per la procreazione assistita in Italia. I tempi si sa, variano a seconda della Regione di appartenenza e le richieste sono sempre molto alte.  Quale è la situazione effettiva in Italia? Quali sono i tempi da aspettare? Se una donna si rivolge ad un centro pubblico, riesce a sottoporsi in tempi brevi al trattamento?

Diventare madre dopo la menopausa: le energie e la forza psicologica ci sono?

Diventare madre fuori tempo massimo oggi è possibile. Grazie (o a causa …sfumatura di pensiero) alle moderne acquisizioni scientifiche la menopausa non è più una limitazione in questo senso. E abbiamo visto di recente, neppure la legislazione. Perché? La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita stabilisce dei limiti d’età, ma chi economicamente può permetterselo va all’estero, tant’è che si parla di “turismo della procreazione“. E’ ciò che ha fatto la coppia che in questi giorni sta facendo parlare di sé.

Bambini, aumenta il numero dei nati da ovociti congelati

Il dibattito sulla legge 40 ancora non manca di scatenare polemiche di tra politica e società: molte coppie infatti non possono contare su una fecondazione di tipo omologa,  e si trovano a dover soffrire il divieto di fecondazione eterologa presente nel nostro paese. Grazie a ciò, anche in Italia, il numero di bambini nati grazie al congelamento degli ovociti è in aumento.

Fecondazione assistita, legge 40 anticostituzionale?

Il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 è stato messo in discussione dal tribunale di Milano che lo ha rinviato alla Corte Costituzionale. Non è certo la prima volte che accade, stessa cosa fecero anche i tribunali di Firenze e Catania, sollevando la spinosa questione.
Le associazioni Luca Coscioni e Amica Cicogna, che da anni si battono per la libertà di ricerca scientifica, fortemente limitata nel nostro Paese, spiegano che è arrivato il momento, per l’Italia, di porre in agenda politica il rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Forti della

strada aperta dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo lo scorso aprile, che ha consentito che i giudici italiani, quali giudici comunitari, sollevassero il dubbio di legittimità costituzionale sul divieto di eterologa della legge 40.

Fecondazione assistita, nuova tecnica diagnosi preimpianto triplica il successo

Parliamo di fecondazione assistita riportando le ultime novità sul delicato argomento nel campo della ricerca e della sperimentazione. Ci arriva proprio oggi da Manchester la notizia di una nuova tecnica di diagnosi preimpianto sugli embrioni che offre una speranza maggiore di riuscita a chi prova questa strada per diventare genitore, promettendo di triplicare le percentuali di successo della fecondazione assistita.

Si tratta di un esame molto specifico, un’analisi che sarebbe capace, a detta dell’équipe di ricercatori della clinica inglese, di individuare in anticipo gli embrioni che presentano delle anomalie genetiche, anomalie genetiche che sappiamo essere causa di interruzione della gravidanza in ben il 70% dei casi. Per sapere in anticipo se ci sono anomalie nei geni, si va ad effettuare il test quando gli embrioni si trovano allo stadio di blastocisti, ovvero a distanza di quattro o cinque giorni da quando è avvenuta la loro creazione.

Fecondazione assistita e Legge 40: il punto della situazione

La fecondazione assistita: questa settimana sembra non si parli d’altro. Tra tante critiche provenienti dal mondo cattolico al premio Nobel assegnato a Robert Edwards, fisiologo ideatore della fecondazione in vitro, si è inserita oggi un’obiezione di costituzionalità riguardo la Legge 40/2004.

Il caso nasce dalla richiesta di una coppia fiorentina di poter ricorrere alla fecondazione eterologa vietata da questa normativa. Il giudice a cui si sono rivolti ha rimesso la decisione alla Consulta.

Negli ultimi anni, si è assistito all’aumento delle nascite conseguenti a Pma (procreazione medicalmente assistita), come pure si è innalzata l’età media delle donne che hanno deciso di sottoporsi a questa tecnica. Purtroppo però secondo i dati presentati di recente dall’Eshre (Società europea di riproduzione umana ed embriologia) è in crescita anche il numero di coppie italiane che si rivolge a strutture straniere, emigra pur di poter avere un figlio.

Nobel per la medicina: va al padre della fecondazione in vitro


La nascita che vedete nelle storiche immagini è quella di Louise Brown, la prima bimba concepita e venuta al mondo con la provetta. Dopo di lei altri 4 milioni di bambini sono nati grazie alla fecondazione assistita. E’ per questo motivo che il Premio Nobel per la Medicina è andato poche ore fa a Robert Edward, pioniere della tecnica che ha rivoluzionato le possibilità di nascita, offrendo molte speranze a chi non le aveva. Proprio a partire dai coniugi Brown genitori che si sottoposero alla metodica sapendo che era sperimentale, ma non consapevoli di essere i primi a dare al mondo una bambina con la fecondazione in vitro.

Avevano tentato per ben 9 anni, senza riuscire, a causa di una malformazione alle tube di falloppio di mamma Lesley. La bimba nacque nacque alle ore 23,47 presso l’Oldham General Hospital con un parto cesareo programmato. Pesava 2,608 kg.

Louise ha avuto una sorella, Natalie, pure concepita in vitro, che è stata la prima “figlia della provetta” a dare alla luce un bimbo nel 1999. Anche Louise Joy Brown è diventata mamma, naturalmente. Il resto è storia, quanto mai attuale.

Fecondazione artificiale: le coppie italiane vanno all’estero

Fecondazione artificiale: i maggiori esperti mondiali sulla fertilità si incontrano a Roma per il 26° Meeting Annuale della Società Europea di Riproduzione Umana e Embriologia (Eshre). Saranno affrontate numerose tematiche sulla procreazione medicalmente assistita: dalle ultime tecniche ai problemi di bioetica, dalle gravidanze multiple alla legislazione.

E a questo proposito mi preme sottolineare subito un elemento: l’Eshre ha analizzato i dati provenienti dai 6 Paesi Europei a maggior tasso di fecondazioni assistite (Belgio, Danimarca, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera e Slovenia). In questi luoghi migrano la maggior parte delle coppie con problemi di fertilità, decine di migliaia ogni anno solo in Europa. Il primato di frequenza spetta alle coppie italiane, 1/3 del totale.

Coppia omosessuale: nasce bimbo dopo fecondazione artificiale

E’ nato Giulio, un piccolo cucciolo che è già una star. Non è figlio di personaggi famosi, ma frutto di un grande amore, come quello delle fiabe! E’ l’amore tra Sara e Margherita, due donne senesi, che pur di coronare insieme il loro sogno di maternità, hanno dovuto sfidare pregiudizi e legislazioni limitative: quelle italiane.

Si sono dovute trasferire per un certo periodo in Danimarca, dove è permessa la fecondazione eterologa, (negata in Italia!) ovvero quel tipo di inseminazione artificiale che prevede lo spermatozoo o l’ovulo provenienti da un donatore esterno alla coppia

Coppia di donne italiane avrà un figlio

 

Si amano, vivono insieme da due anni ed hanno deciso di avere un figlio. Non sarebbe una notizia di rilievo se non stessimo parlando di due donne. La legge italiana non permette iniziative di questo tipo: le due protagoniste hanno dovuto trasferirsi in Danimarca, luogo dove l’inseminazione artificiale tra coppie omosessuali è possibile, per poter realizzare il loro sogno.

La storia è stata raccontata dal Corriere di Siena che ha intervistato le due future mamme, scatenando non poca bagarre. Si chiamano Sara e Margherita e sono felici, come qualunque altra coppia eterosessuale. Come in tanti altri casi di fecondazione eterologa, il padre biologico è un donatore sconosciuto. Sara ha assistito all’intervento, con una partecipazione emotiva doppia: quella classica di chi, con la propria compagna decide di far questo passo, e quella di una donna che avrà presto un figlio anche se non biologicamente suo.