Diabete bambini, cosa fare a scuola? La gestione di questa malattia, soprattutto in età scolare, non è semplicissima. Bisogna organizzare il trattamento in modo tale che possa perdurare efficacemente qualsiasi sia la tipologia di frequenza scolastica dei minori.
Diabete nei bambini è sinonimo purtroppo ancora di problematiche. I piccoli a scuola, oltre che a dover imparare a gestire ciò che il diabete di tipo 1, comporta, sono spesso vittime di disagio di tipo psicologico. Si sentono diversi e, quando non compresi dagli altri minori, rischiano l’esclusione dalle attività ludiche di gruppo. Non solo: è basilare talvolta il controllo della glicemia nel corso della giornata scolastica e la somministrazione di insulina. Questo comporta il dover contare su del personale preparato che sappia sostenere il minore in queste procedure.
Gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica hanno alcuni consigli in tal senso. E’ stato infatti lanciato un progetto di gestione integrata per far si che i piccoli pazienti possano essere seguiti in maniera corretta dagli operatori scolastici sia nel quotidiano che nei casi di emergenza. Un’iniziativa frutto della collaborazione degli specialisti con il Coordinamento tra Associazioni italiane di aiuto a bambini e giovani con diabete (AGDI) e con l’Italian Barometer Diabetes Observatory che si basa su un documento già redatto insieme al Ministero della Salute nel 2013.
Secondo il testo i bambini di 8-9 anni potranno infondersi da soli l’insulina sotto la supervisione di un adulto, o in caso poter contare sulla presenza dei genitori al momento della necessità. Non solo: è prevista anche la formazione dell’operatore scolastico che su base volontaria si presta ad assistere il bambino. Il personale della scuola è inoltre tenuto in caso di ipoglicemia ad allertare immediatamente il 118 ed a inoculare nel piccolo il farmaco di emergenza che la scuola dovrà conservare al bisogno.
Spiega il presidente AGDI Italia Gianni Lamenza:
Le strategie del progetto e del documento sono il risultato del confronto fra le associazioni di volontariato, le istituzioni, i referenti regionali e della scuola, la diabetologia pediatrica e i pediatri di famiglia. L’obiettivo è avere un piano condiviso di accoglienza per garantire ai bambini e ai ragazzi le migliori condizioni di permanenza a scuola, vicine più possibile alla “normalità” e allo stesso tempo in piena sicurezza.
Il punto è ora far recepire il progetto all’intera penisola: solo poche regioni lo hanno infatti sottoscritto dal 2013.
Photo Credits | Image Point Fr / Shutterstock.com