La pet therapy è una pratica “medica” utile, capace di ridurre il tempo della messa in atto di procedure dolorose per i bambini come potrebbero essere un prelievo di sangue o una visita odontoiatrica. La presenza dell’animale vicino ai bimbi, li distrae a tal punto che quasi dimenticano cosa stanno per subire e contemporaneamente, all’atto, non sentono quasi per nulla dolore e paura.
E’ il risultato di uno studio inedito sull’efficacia della pet therapy in pediatria che verrà presentato domani alle ore 9 presso l’Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze nell’ambito della conferenza “Gli interventi Assistiti con gli animali nell’ospedale pediatrico”. I lavori saranno aperti dalla dott.ssa Monica Frassineti, Direttore Sanitario dell’AOU Meyer, e presenzierà in modo ufficiale il prof. Dennis C. Turner, famoso a livello globale per essere “Il Patch Adams della Pet Therapy” e delegato per l’Europa dell’International Association of Human-Animal Interaction Organization.
L’evento è nato per celebrare il decimo anniversario della collaborazione tra l’ospedale pediatrico fiorentinio e l’associazione Antropozoa, che si occupa di fornire tale terapia. Il nosocomio di Firenze è il primo ospedale italiano ad aver formalizzato un protocollo operativa per la pet therapy, seguendo le raccomandazioni stilate dal Center for Disease Control statunitense. L’esperienza dell’ospedale Meyer è importante, perché dimostra come la presenza degli animali per la terapia non abbia portato ad una violazione di norme igieniche né ad un crescere di infezioni ospedaliere.
I ricercatori dell’azienda ospedaliera hanno constatato come la presenza dei cani in situazioni rischiose psicologicamente per i bambini, soprattutto per quelli affetti da disabilità, possa essere un valido aiuto ed un conforto sia per i piccoli pazienti che per i genitori.
Commenta la dott.ssa Laura Vagnoli, psicologa e ricercatrice presso la struttura:
I risultati sono stupefacenti: in alcuni casi con bambini particolarmente impauriti, determinate procedure avrebbero richiesto tempi lunghi e traumatici, mentre la presenza del cane ha permesso di stabilire una relazione d’accoglienza e di supporto con il piccolo paziente, riuscendo in pochi minuti a completare gli esami o i trattamenti necessari.
E tutto questo, va ripetuto, senza mettere a rischio la salute dei bambini.