SIDS, ovvero la cosiddetta “morte in culla” che tanto preoccupa i neo-genitori. L’Associazione Salvamamme, in collaborazione con la Croce Rossa italiana della Capitale, l’Happy Family Onlus e la Cap Gemini, ha presentato il progetto “Sempre a pancia in su-per una nanna sicura”, iniziativa volta ad aiutare le giovani madri a favorire una corretta gestione del neonato in ogni momento della sua delicata esistenza. Tra di esse vi è ovviamente, come il nome del progetto ricorda, quella del sonno.
Il progetto portato avanti dalle suddette associazione consiste nella distribuzione, in tutti i nosocomi della capitale, di un opuscolo con indicate, in maniera chiara ed efficace, quali sono attualmente le linee guida della Comunità europea per la prevenzione della morte in culla, globalmente conosciuta sotto l’acronimo SIDS, Sudden Infant Death Syndrome .
Sebbene non se ne parli poi tanto, come se per i neo-genitori rappresentasse un tabù ( e forse per scaramanzia così viene considerato, n.d.r), la morte in culla è un evento fortunatamente non comune a livello statistico, ma dai contorni inquietanti perché non se ne conoscono cause univoche . La SIDS consiste nella morte improvvisa e senza apparenti spiegazioni del neonato nel sonno. Essa può avvenire fino al 1 anno di età e colpisce in prevalenza i neonati di sesso maschile.
Per ciò che riguarda l’Italia, su una media di 500mila nascite, dalle 250 alle 3500 morti neonatali sono riconducibili alla SIDS. Sebbene come specificato non sia stata ancora riscontrata una causa univoca, si conoscono i fattori di rischio che possono scatenare la morte in culla come il caldo eccessivo, il fumo passivo e quello della madre in gravidanza e la famigliarità. Il principale fattore di rischio è stato riscontrato nel sonno del bimbo a posizione prona.
Nell’opuscolo sono inoltre contenute le istruzioni base per sapere come intervenire in caso di ostruzione delle vie respiratorie del neonato causata dal latte o dai rigurgiti.
Quest’ultimo è stato tradotto gratuitamente in più lingue per venire incontro alla multiculturalità di una città come Roma. Sono molte le neomamme e le gestanti già iscrittisi ai corsi di Salvamamme, sostenuto economicamente dalla Cap Gemini e dalla onlus Happy Family.
Questa campagna informativa è stata istituita per salvare delle vite: prevenire è decisamente meglio che non poter curare.