Il decreto contro il femminicidio è divenuto legge dopo aver ricevuto il via libera anche da parte del Senato. Un passo in avanti nella tutela delle donne che passa anche attraverso la creazione di linee guida per gli operatori sanitari.
Si tratta di un passaggio importante: rendere i medici e gli infermieri in grado di riconoscere senza margine di errore i segni di un possibile abuso fisico o sessuale sulle donne può aiutare a prevenire il femminicidio alla sua base, dando contestualmente alle stesse la possibilità di uscire fuori da una spirale pericolosa di violenza e dipendenza. I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità parlano chiaro: il 35% delle donne nel mondo è vittima di violenza fisica o sessuale e la quasi totalità di loro non denuncia tale abuso. E’ quindi necessario riuscire a costruire dei percorsi alternativi insieme alle istituzioni.
Ed è questo che O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna sta tentando di fare in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria. Commenta la presidente dell’osservatorio Francesca Merzagora:
Una donna su 3 nel mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti e il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno, ma il 24% delle vittime non parla con nessuno dell’accaduto. È fondamentale anche la formazione degli operatori: lo stanziamento di fondi ad hoc per la prevenzione e la formazione sono gli aspetti veramente importanti per un’azione concreta. Abbiamo realizzato una guida per operatori sanitari.
Essa si chiama “Donne e violenza domestica: diamo voce al silenzio” e la sua diffusione è già avvenuta nelle strutture lombarde facenti parte della rete “Bollini rosa” dedicata proprio alle donne. Questi ospedali sono stati premiati per la loro preparazione: posseggono dei servizi dedicati alla violenza ed applicano un vero e proprio protocollo di pronto soccorso dedicato per formare gli operatori sanitari a fornire assistenza fisica e psicologica alle donne abusate.
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