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Ictus nelle donne, l’aspirina potrebbe ridurne il rischio

L’assunzione di aspirina potrebbe ridurre il rischio di ictus ischemico nelle donne in post-menopausa, provocato dal consumo di cibi grassi. A sostenerlo, è una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Neurology e condotta dai ricercatori della University of North Carolina a Chapel Hill, in America.

Dai rislutati dello studio, è emerso come il rischio di ictus ischemico riguardasse oltre 87 mila donne sane in post-menopausa e di età compresa tra i 50 anni e i 79 anni. Inoltre, per le donne che seguivano una dieta ricca di grassi trans, il rischio era del 39% in più rispetto a coloro che assumevano meno grassi di questo tipo.

In relazione, poi, all’assunzione di aspirina, la ricerca ha dimostrato come per le donne che non prendevano questo farmaco, il rischio salisse persino del 66% rispetto alle donne assumevano l’aspirina e meno grassi trans.

L’aspirina, infatti, grazie alle proprietà antinfiammatorie e antiaggreganti piastriniche, è efficace nel contrastare gli effetti negativi di questo genere di grassi alimentari, contenuti in diversi prodotti da forno come biscotti, torte, ma anche nei cibi fritti come le patatine, e in quelli da fast food.

Come ha sottolineato il dottor Ka He, professore associato di nutrizione ed epidemiologia, che ha coordinato la ricerca:

I nostri risultati erano in contrasto con almeno due altri grandi studi sull’ictus ischemico. Tuttavia, il nostro era uno studio più ampio e comprendeva il doppio dei casi di ictus. La nostra unica base di studio sulle donne anziane può aver aumentato la nostra capacità di individuare l’associazione tra assunzione di grassi trans e l’ictus ischemico tra i non utilizzatori di aspirina.

Dai dati ricavati dallo studio, inoltre, gli esperti hanno scoperto come le donne più propense a mangiare cibi contenti grassi trans, fossero spesso anche fumatrici, diabetiche e piuttosto sedentarie. Infine, non è stato trovato alcun collegamento tra l’uso di altri tipi di grassi come per esempio i grassi saturi, i monoinsaturi e i polinsaturi e il rischio di ictus ischemico.

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