Un gruppo di ricercatori europei, coordinati dal Consiglio nazionale spagnolo per la ricerca (CSIC), ha creato un nuovo dispositivo mammografico per la diagnosi precoce del tumore al seno. Si chiama MAMMI (Mammography with molecular imaging), permette di rilevare il cancro nelle prime fasi e offre la più alta risoluzione e sensibilità attualmente disponibili. La nuova strumentazione, infatti, è in grado di vedere lesioni di 1,5 mm, rispetto al limite di 5 mm degli attuali macchinari.
Attualmente, le pratiche di diagnosi e le mammografie tradizionali riconoscono il tumore al seno solo in presenza di una lesione, ovvero a distanza di qualche anno dal momento in cui ha origine. Il macchinario MAMMI, invece, basandosi sulla tecnica di tomografia a emissione di positroni (PET), è in grado di misurare l’attività metabolica del tumore localizzando l’alto assorbimento di glucosio da parte delle cellule cancerose.
Per una mammografia fatta con il dispositivo MAMMI, la paziente si stende prona su un tavolo progettato appositamente per questo scopo, e mette il seno in una delle aperture. Una volta azionato il macchinario, viene posizionato un carrello sul quale si trova il sistema di rilevamento basato su un sensore a raggi gamma. Il rilevatore ha una forma ad anello che avvolge il seno senza comprimerlo. In questo modo, la visualizzazione e la diagnosi del cancro al seno aumenta in maniera significativa, poiché spesso i tumori sono molto vicini alla base del muscolo pettorale.
Il dispositivo MAMMI non solo migliora la diagnosi del tumore al seno, ma può essere particolarmente utile anche per tutte quelle donne che hanno protesi al seno o coloro nelle quali è difficile ottenere un’immagine chiara a causa della densità della mammella. Il dispositivo, essendo più comodo, potrà essere impiegato anche per curare i disabili e gli anziani. Inoltre, questo innovativo sistema è in grado di monitorare se la chemioterapia o la radioterapia sta funzionando o se la cura deve essere modificata.
Al momento, la nuova tecnica mammografica è in uso presso l’Istituto nazionale per il cancro di Amsterdam nei Paesi Bassi, e sarà presto istallato all’Ospedale provinciale di Castellon in Spagna, ma i centri e gli ospedali di tutto il mondo non tarderanno ad acquistarlo.
Fonte: Commissione Europea CORDIS