Durante la gravidanza la madre e il feto rappresentano un tutto unico, per cui lo stato di benessere della madre incide sul nascituro, come anche le sostanze che la madre ingerisce. Le piante medicinali possono offrire in alcuni casi un valido supporto, ma con le dovute precauzioni. Non bisogna dimenticare che nel primo trimestre è bene limitare l’intervento farmacologico sia di sintesi che naturale, in quanto naturale non è sempre sinonimo di innocuo o salutare. E bene ricordare, infatti, che la placenta non è una barriera invalicabile e che la maggior parte dei farmaci – sia di sintesi che naturali – attraversa la barriera placentare, tranne quelli ad altissimo peso molecolare.
Altri fattori che possono influenzare il passaggio sono: le proprietà chimico-fisiche del farmaco, la capacità di trasporto e metabolica della placenta, la dose del farmaco, la durata dell’esposizione del feto e il suo momento di sviluppo. Nelle prime 2 settimane di sviluppo le malformazioni non vengono indotte, poiché l’effetto è del tutto o nulla. Nel periodo dell’embriogenesi sono controindicate le piante che agiscono sulla contrattilità uterina, come la ruta o la cimicifuga. Ed anche le erbe catartiche lassative, poiché a dosaggi terapeutici possono causare contrazioni uterine.
Attenzione, inoltre, alle piante contenenti alcaloidi pirazolidinici: possono provocare malformazioni. Non utilizzare supplementi di vitamina A se non dietro stretto controllo medico; bene invece il b-carotene. Non usare tutte le piante conosciute da sempre per le loro spiccate proprietà farmacologiche e dotate di tossicità, come belladonna, stramonio,colchico, rauvolfia. Per ogni dubbio è possibile rivolgersi al numero rosso 06 3050077 un servizio di consulenza medica sui rischi riproduttivi (prevenzioni delle malformazioni) che fornisce una risposta per qualsiasi situazione, anche con l’ausilio di testi specializzati e consulenze mediche.
La prevenzione delle malformazioni deve partire da una corretta educazione della mamma, non solo prima e dopo la nascita, ma soprattutto prima del concepimento, attraverso una cosciente attenzione alle abitudini di vita: smettere di fumare; ridurre gli alcolici, eseguire test in entrambi i genitori e la vaccinazione antirosolia. Recenti studi consigliano anche l’assunzione preventiva e regolare di acido folico, capace di diminuire l’incidenza di malformazioni e malattie del tubo neurale. Visto che l’alimentazione moderna trascura le verdure e che spesso i cibi trattati industrialmente perdono quantità consistenti della vitamina, l’assunzione integrativa di acido folico può essere utile.
Sono sufficienti 4 mg al giorno e si trovano negli integratori in commercio più adatti ad un’assunzione preventiva. Inoltre, dei ricercatori norvegesi hanno recentemente evidenziato come l’assunzione di olio di pesce, che contiene discrete quantità dì acidi grassi, favoriscono lo sviluppo cerebrale del feto e del neonato. Tra le erbe utilizzate per la lattazione, oltre a finocchio, anice, verbena, luppolo, si utilizza la galega ma l’uso è sconsigliato in allattamento. Tutti gli oli essenziali passano attraverso il latte, per cui sono controindicati. Sostanze utilizzate in cucina come peperoncino e piante (ad es. il carciofo) modificano il sapore del latte.