Home » Dizionario Medico Malattie » Iperparatiroidismo secondario

Iperparatiroidismo secondario

Iperparatiroidismo secondario

L’iperparatiroidismo secondario si verifica quando le ghiandole paratiroidi nel collo producono un eccesso di ormone paratiroideo (PTH) perché i livelli di calcio sono troppo bassi.

CAUSE: Le ghiandole paratiroidi aiutano a controllare l’utilizzo del calcio rimuovendolo dal corpo. Lo fanno con la produzione dell’ormone paratiroideo, o PTH. Il PTH aiuta a controllare calcio, fosforo e i livelli di vitamina D nel sangue e nelle ossa. Quando i livelli di calcio sono troppo bassi, il corpo risponde aumentando la produzione dell’ormone paratiroideo. Questo aumento di ormone paratiroideo causa un incremento del calcio prelevato dal tessuto osseo ed un incremento riassorbito dall’intestino e dai reni.

Le condizioni mediche che causano bassi livelli di calcio nel sangue interferiscono con la capacità del corpo di abbattere e rimuovere il fosfato e possono portare ad iperparatiroidismo secondario. Troppo fosfato provoca cambiamenti nei livelli di calcio. L’insufficienza renale è una causa frequente di iperparatiroidismo secondario. L’insufficienza renale può interferire con la capacità dell’organismo di eliminare i fosfati. Altre cause di iperparatiroidismo secondario possono includere:

  • Carenza di calcio;
  • Troppo calcio viene perso nelle urine;
  • Le condizioni che rendono difficile per il corpo ripartire il fosfato, tra cui: avvelenamento da alluminio, certi tipi di cancro, malattia renale, malnutrizione o malassorbimento;
  • Disturbi della vitamina D (spesso osservati nei bambini malnutriti e negli adulti più anziani che non ricevono abbastanza luce solare), come malassorbimento della vitamina D, problemi di metabolizzazione ad esempio causati da alcuni farmaci, rachitismo o carenza della vitamina.

SINTOMI: I sintomi generali possono comprendere:

  • Deformità ossee;
  • Fratture;
  • Articolazioni gonfie.

Altri sintomi si riferiscono alla causa dell’iperparatiroidismo secondario.

DIAGNOSI: Gli esami del sangue saranno effettuati per controllare calcio, fosforo, e livelli di PTH. Un test delle urine viene fatto per determinare la quantità di calcio che viene rimosso dal corpo. I livelli di fosforo saranno bassi se ci sono problemi di assorbimento o insufficienza renale. Raggi-X alle ossa e un esame della densità ossea saranno in grado di rilevare le fratture, perdita ossea, e rammollimento osseo.

TERAPIA: Correggere il livello del calcio e la causa di fondo può portare i livelli di PTH di nuovo al normale. Il trattamento può comportare:

  • Una forma particolare di vitamina D (richiede una prescrizione del medico) se si hanno bassi livelli di questa vitamina;
  • Chirurgia per il cancro.

I pazienti con insufficienza renale cronica hanno generalmente somministrato calcio e vitamina D, e devono evitare di fosfato nella loro dieta. La dialisi, un trapianto di rene, o la chirurgia delle paratiroidi possono essere necessari.

PROGNOSI: Il risultato dipende dalla causa sottostante. Possibili complicazioni possono nascere in persone con problemi renali, le quali possono continuare a produrre troppo ormone paratiroideo, anche quando il loro livello di calcio è tornato alla normalità. Questo caso è chiamato “ipertiroidismo terziario”. La chirurgia delle paratiroidi può essere necessaria. Altre complicazioni includono:

  • Aumento del rischio di fratture ossee;
  • Osteodistrofia renale (una condizione che causa dolore alle ossa, debolezza e fratture).

Contattare un medico se avete i sintomi di questo disturbo, in particolare se si è in trattamento per una malattia renale.

PREVENZIONE: La diagnosi precoce e il trattamento del rachitismo o della carenza di vitamina D possono prevenire questa condizione. Il trattamento corretto dell’insufficienza renale aiuta a ridurre i sintomi dell’iperparatiroidismo secondario.

[Fonte: Ny Times]

Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio medico. Le informazioni fornite su MedicinaLive sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo, e non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari.