Home » Medicina News » Aborto, no a obiezione di coscienza nei consultori del Lazio

Aborto, no a obiezione di coscienza nei consultori del Lazio

Rivoluzione storica della Sanità del Lazio. Nei consultori i medici saranno tenuti a prescrivere i contraccettivi, compresa la pillola del giorno dopo, anche se obiettori di coscienza; ed a fare richiesta di aborto per le proprie pazienti. La decisione forse scatenerà polemiche, ma è indubbio che fosse tempo che un certo passo venisse compiuto.

 

Niente più scuse: i sanitari che lavorano all’interno dei consultori laziali non potranno più appellarsi all’obiezione di coscienza per non prescrivere la pillola del giorno dopo ed altri metodi contraccettivi. Finalmente finiranno i viaggi odissea di quelle donne che per una motivazione qualsiasi necessitano della prescrizione di tale rimedio. Tutto ciò è previsto dal decreto del commissario “ad acta”, del 12 maggio 2014, ovvero :“Rete per la salute della donna, della coppia e del bambino: ridefinizione e riordino delle funzioni e delle attività dei consultori familiari regionali”.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a quanto pare ha voluto mettere un freno alle testimonianze, purtroppo sempre più numerose, di quelle donne che per avere una prescrizione contraccettiva erano tenute ad iniziare dei veri e propri viaggi della speranza. La specifica data è molto semplice: tra le linee guida regionali per l’attività dei consultori familiari viene precisato che l’obiezione di coscienza tra i medici ginecologi riguarda solamente “l’attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell’interruzione volontaria di gravidanza”. In poche parole, quello appena espresso è l’unico caso nel quale il sanitario obiettore di coscienza può rifiutarsi di fare il suo dovere, ovvero quando è chiamato ad operare direttamente l’aborto.

E’ proprio l’intero sistema delle prescrizioni ad essere stato regolato, sottolineando che ad ogni modo, nel consultorio non si viene coinvolti nella pratica diretta ma solo nell’attestazione, in caso dell’aborto, della gravidanza stessa e della richiesta della donna di interromperla. Si legge nel decreto:

Per analogo motivo il personale operante nel Consultorio è tenuto alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase post-coitale, nonché all’applicazione di sistemi di contraccettivi meccanici.

Secondo noi è un grande passo in avanti per una sanità più giusta. Voi cosa ne pensate?