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Malasanità: “Camici sporchi” arrestati 9 cardiologi

L’operazione è in corso ed è stata denominata “Camici sporchi” i Carabinieri del Nas di Parma hanno arrestato questa mattina 9 medici cardiologi che, come si legge dalle agenzie, “hanno svolto o svolgono la propria attività presso il reparto di Cardiologia del Policlinico di Modena”. Si tratta di un vero e proprio terremoto che è solo alla prima scossa. Sono impegnati al momento ben 150 carabinieri dei Nas (il nucleo antisofisticazioni) in 10 regioni su ordine della Procura di Modena.

Oltre i 9 medici arrestati ci sono 67 indagati. A 12 aziende di cui 6 straniere che producono e vendono attrezzature sanitarie è stato applicato il divieto di contattare la Pubblica Amministrazione e 7 altre persone sono state interdette dall’esercizio dell’attività professionale. Si sta procedendo con 33 perquisizioni. Le accuse per i medici in manette sono di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del S.S.N., sperimentazioni cliniche senza autorizzazione. Antonio Diomede, vicecomandante dei Nas di Parma ha spiegato in un’intervista a Sky  Tg 24:

“Si tratta di un’operazione piuttosto importante, come spesso capita in questi casi di sanità. Sono state fatte sperimentazioni cliniche sull’uomo senza autorizzazioni e installati dispositivi medici e apparecchiature mediche che poi sono risultate anche difettose, su pazienti che erano ignari ovviamente di essere sottoposti a un trattamento sperimentale. Conseguentemente sono state create false cartelle cliniche o comunque scritti dei falsi per coprire gli errori sanitari. Lo scopo, ottenere la pubblicazione delle sperimentazioni su riviste scientifiche. Insomma un caso tanto grande quanto vasto”.

Dalla struttura sanitaria di Modena fanno sapere che solo uno dei cardiologi arrestati, al momento era in forza presso il reparto. Dunque il servizio per i pazienti di Cardiologia continua senza interruzioni o problematiche di alcun tipo.

Raramente noi di Medicinalive parliamo di casi di malasanità ed anche se i particolari ancora non sono noti (non è ancora cominciata la conferenza stampa che li enuncerà), questo caso non può che catturare la nostra attenzione. Se non altro perché si accompagna alla cronaca quasi nelle stesse ore dell’arresto di altri tre medici (primario compreso) del reparto di oculistica dell’ospedale ‘Sarcone’ di Terlizzi (Bari) accusati di aver usato la struttura pubblica come una clinica privata a proprio vantaggio economico.

Soprattutto però quello che ci colpisce è il raffronto con l’altra notizia di oggi che riguarda i tagli di posti letto negli ospedali dovuti alla spending review: in Italia diminuiranno di almeno 7.389 unità, 2000 solo nel Lazio ed a rischio ve ne sono più del doppio. Non possiamo non ricordare la situazione in cui versano i disabili nel nostro Paese, con pensioni di accompagnamento che non superano i 500 euro mensili nei casi più gravi; il nostro pensiero va ai malati di Sla costretti allo sciopero della fame per ottenere il diritto alla dignità; riflettiamo sugli anziani ed i malati cronici che devono pagarsi le medicine; riportiamo il pensiero al caso della signora che ha denunciato un’attesa di un anno per una mammografia presso il SSN: è sembrato uno scandalo, ma sappiamo che è la quotidianità in molte regioni.

E poi confrontiamo il tutto con il medico che durante l’orario di lavoro andava a giocare a tennis e vediamo come andrà a finire il caso dei cardiologi di Modena, magari una bolla di sapone, che vedrà tutti innocenti. Personalmente arrivo ad una sola conclusione: è ora di fare pulizia tra tutte le persone che speculano sulla salute del prossimo, truffano il sistema sanitario nazionale, togliendo a questo soldi che potrebbero essere utilizzati per salvare vite o renderle più dignitose e macchiano le categorie degli onesti professionisti (perché non tutti i camici sono sporchi). Dirò cose banali, ma mi vengono da cuore, perché le vivo quotidianamente: non basta un’ammenda per chi viene condannato perché ritenuto colpevole di questi reati contro la salute pubblica ed individuale, la radiazione dall’albo dei medici sarebbe doverosa.

 

Foto: GettyImages