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Dati sanitari, Google propone la pubblicazione online

Google lancia una proposta shock: tutti i dati sanitari online per la consultazione. Ovviamente in forma anonima, ma questo non toglie che si tratti di una proposta di quelle che fanno riflettere. La motivazione? Dare una sorta di base “open source” per la ricerca.

A lanciare l’ipotesi è stato il cofondatore di Google in persona, Larry Page nel corso di una conferenza di settore. In realtà se si vanno a spulciare le cronache statunitensi si scopre che la proposta dell’informatico non è del tutto campata in aria per l’occasione, dato che a livello pubblico Google avrebbe già offerto un’API sulla quale i ricercatori e gli scienziati possono avere la possibilità di caricare, condividere ed addirittura elaborare tutti i dati a loro disposizione. Un grandissimo archivio cloud per la ricerca che potrebbe davvero fare la differenza aiutando coloro che studiano le malattie a trovare più in fretta soluzioni proprio grazie al maggiorato campione di dati a cui fare riferimento.

Parliamo di un archivio praticamente immenso se venisse creato. Miliardi di dati dal valore di miliardi di dollari che potrebbe aiutare comprendere meglio e mettere in atto cure per l’Alzheimer, il Parkinson e moltissime altre malattie. Già da tempo Google ha mostrato un interesse particolare nei confronti della medicina e del suo progresso. Nel 2007, va ricordato, aveva investito circa 4 milioni di dollari in “23andMe” una società privata di biotecnologia con sede a Mountain View, che offre test genetici. Ma non solo solo. Giusto lo scorso hanno ha acquistato Calico, una compagnia biotech che sviluppa tecnologie per combattere i disturbi legati all’età e l’invecchiamento. E se pensare che finisca qui possiamo parlarvi di ciò che l’azienda di Mountain View ha fatto nei primi mesi di questo anno: ha lanciato un prototipo di lente a contatto specifica per aiutare i diabetici a tenere sotto controllo la glicemia ed è entrata a far parte della Global Alliance for Genomics and Health, una coalizione internazionale di providers sanitari, università di ricerca e aziende scientifiche, formata lo scorso anno con l’obiettivo di condividere i DNA data.

Non ci stupisce affatto quindi che voglia collaborare al progredire della ricerca. Voi cosa ne dite?

Photo Credit | Google