Il 17 ottobre ricorre la Giornata Mondiale contro il Dolore che mira a riconoscere il dolore come una vera e propria malattia correlata a patologie molto importanti (cancro o HIV per esempio) che in molti casi annientano la vita di una persona condizionando in modo molto pesante le relazioni che l’individuo malato non riesce a portare avanti con familiari o amici. Ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di dedicara una giornata mondiale al dolore acuto, inteso come patologia da curare a tutti gli effetti, sottolineando come il trattamento degli stati dolorosi sia parte integrante del diritto a godere di buona salute da parte di ciascun individuo nel mondo.
L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) e la Federazione Europea sul Dolore IASP (EFIC) si uniscono dunque per ricordare a tutto il mondo che la cura del dolore è un diritto per tutte quelle persone malate che devono assolutamente sperare in terapie che possano in qualche modo alleviare la loro sofferenza. Il deficit, inteso come mancanza di cure palliative, si registra soprattutto in quei Paesi ancora in via di sviluppo dove, a causa delle scarse condizioni economiche, gli individui malati non possono accedere a trattamenti specifici per curare il dolore (per esempio alla morfina, che garantisce un buon rapporto efficacia-prezzo per il trattamento degli attacchi di dolore da moderati a forti). Spiega Catherine Le Galès-Camus, responsabile all’OMS della sezione Malattie non trasmissibili e sanità mentale:
E’ soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, dove le malattie croniche come cancro e AIDS stanno guadagnando terreno, che ai pazienti viene negato il trattamento del dolore acuto. Una ingiustizia colossale, perché all’uomo malato e ai suoi familiari non deve essere negato il diritto a non soffrire solo perché le condizioni economiche del Paese in cui vive non permettono di accedere a trattamenti specifici
La Giornata Mondiale del Dolore, dunque, punta essenzialmente al riconoscimento del dolore come malattia.
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