Capire il medico per favorire l’andamento di una cura. Questo è il segreto della guarigione. Lo sostiene una ricerca condotta dalla South Bank di Londra che ha evidenziato come spesso il non comprendere appieno il medico, soprattutto se le indicazioni date sono poco chiare, porti i pazienti a non attenersi scrupolosamente alla terapia data.
In inglese l’aderenza da parte del malato alla cura data dal professionista si chiama “compliance” e viene ritenuta basilare. A livello prettamente medico non vi è nulla di peggiore per la riuscita di una terapia che un paziente che riduce autonomamente i farmaci che prende o decide di saltare una somministrazione di testa propria. La comprensione tra le due parti deve essere completa. E fare in modo tale che le informazioni date dal medico siano precise, scrupolose e comprensibili è di primaria importanza. Lo studio condotto dall’ateneo britannico mostra come almeno il 43% dei pazienti inglesi tra i 16 e i 65 anni non capisca il proprio medico e quindi trovi difficile seguirne le istruzioni.
Il problema, purtroppo, secondo il presidente della Società Italiana di Medicina generale e quello della Società Italiana di geriatria e gerontologia, sarebbe diffuso anche nel nostro paese, con una forte incidenza nelle fasce di popolazione più anziana. Ciò che stupisce, però, è che ad essere affetti da questo “incidente” di comunicazione non siano solo le fasce che per età e studi sono le più disagiate, ma anche quelle più giovani. E non vi è distinzione, questo è un particolare rilevante, tra patologie croniche e acute. Diabete, ipertensione, ma anche una semplice distorsione alla gamba o una cistite, possono trovarsi ad essere mal combattute per via della difficoltà delle persone a comprendere le istruzioni del proprio medico curante.
La ricerca britannica, va sottolineato, non prende in considerazione gli anziani o le persone dalla scarsa scolarizzazione. Questo fa sì che venga evidenziato come in realtà non solo vi sia magari un approccio non adatto da parte del professionista, ma come almeno nella metà dei casi, il paziente non ha coraggio di chiedere chiarimenti o di porre eventuali domande che riguardino la patologia, quando invece bisognerebbe non solo pretendere chiarimenti ma visite approfondite e spiegazioni serie e chiare.
Photo Credit | Thinkstock