Clamidia ed Ebola sono due malattie virali molto diverse tra loro, ma accomunate dal fatto che sono considerate incurabili, e molto pericolose. Da oggi possiamo dire che erano considerate incurabili, visto che i recenti vaccini stanno dando risultati molto confortanti.
La Clamidia è una malattia molto diffusa che si trasmette per via sessuale, e finalmente ha un suo vaccino, anche se in via sperimentale. I risultati sono comunque molto buoni, e possono prevenire la malattia che coinvolge 131 milioni di casi all’anno.
Il vaccino è sicuro, secondo le sperimentazioni, e induce la risposta dell’organsmo contro il virus. I risultati sono stati pubblicati su Lancet Infectious Disease. A condurre gli esperimenti lo Statens Serum Institute in Danimarca e l’Imperial College of London.
La malattia colpisce in particolare le donne, con infiammazioni ai genitali molto pericolose per il feto e per la fertilità. Ora mancano i test su un grande campione per dare l’addio definitivo alla malattia che costa moltissimo, sia in termini di saluti che in termini di economia.
Il virus Ebola
Ebola è invece un virus molto più conosciuto, specialmente per la sua altissima mortalità, e fortunatamente molto meno diffuso della Clamidia. La malattia è però talmente orrenda da aver conquistato la prima pagina dei media mondiali. Si muore in pochissimo tempo, ma oggi, i vaccini provati, sono risultati efficaci al 90%.
L’importante annuncio viene dall’Us National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid). Sono stati infatti sperimentati due nuovi farmaci che hanno permesso al 90% dei pazienti di vivere, in Congo, la nazione più colpita dal virus. I ricercatori hanno sperimentato ben quattro terapie, di cui due hanno mostrato di poter funzionare.
La sanità locale, come riporta la prestigiosa BBC, ha sperimentato con successo i farmaci sui pazienti affetti da Ebola, che finora aveva ucciso quasi 2000 persone. A seguire la sperimentazione anche il National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli Stati Uniti, che conferma i risultati.
Anche il nostro Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) ha commentato la sperimentazione con ottimismo, anche se da Roma sottolineano il carattere sperimentale dei risultati:
“Una cosa è dire che in un trial i farmaci hanno funzionato e altra cosa è far passare il messaggio che siamo di fronte alla cura definitiva contro l’Ebola”, ha commentato il direttore scientifico.