Una “superpillola” in grado di sostituire quattro farmaci anti-aids tradizionali, combinandoli in un’unica soluzione. “Quad”, così è stata chiamata, è arrivata alla conclusione della sua terza fase di sperimentazione, quella che ne sancisce l’efficacia e la sicurezza di assunzione. I risultati dello studio, coordinato dal dott. Edwin DeJesus sono stati pubblicati sulla rivista di settore The Lancet.
La ricerca rileva i primi risultati positivi sulla somministrazione del nuovo farmaco sui pazienti al primo trattamento per la cura dell’Hiv. Già lo scorso maggio la Food and Drug Administration americana, lente che si occupa di dare il via libera alla commercializzazione di medicinali, aveva espresso parere favorevole sull’approvazione del farmaco, in attesa della decisione finale del prossimo agosto, quando deciderà se una commercializzazione della pillola in questione è possibile.
Quad si basa essenzialmente su quattro principi attivi: elvitegravir, un inibitore di integrasi (un enzima chiave nel ciclo vitale dell’Hiv che ne catalizza l’integrazione nel Dna di chi contrae il virus, N.d. R.), due anti-retrovirali come l’emtricitabina e il tenofovir disoproxil fumarato, ed il cobicistat, potenziatore in grado di aumentare l’efficacia degli altri farmaci. Un’approvazione definitiva di questo farmaco porterebbe ad un notevole decremento del disagio dei pazienti, ora costretti ad assumere più medicinali.
Tornando alla sperimentazione, nel corso della prima fase sono stati arruolati 700 volontari nordamericani divisi in due gruppi specifici. A quelli del primo è stato somministrato Quad, mentre quelli del secondo hanno assunto Atripla, un farmaco contenente tre principi attivi dal 2006 presente come terapia standard per l’Hiv. Dopo 48 settimane di follow up, l’88 per cento dei pazienti trattati con Quad ha visto scendere la propria carica virale al di sotto dei livelli rilevabili rispetto all’84% di coloro che erano stati curati con Atripla.
In entrambi i gruppi non sono stati rivelati effetti collaterali eccessivamente preoccupanti. Nella seconda fase di sperimentazione condotta su 708 pazienti europei, americani ed australiani, Quad su stessa base comparativa e di follow up è stato messo a confronto con una terapia a base di atanazavir, un antimicrobico, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato, potenziati con ritonavir. La carica virale in questo caso, dei pazienti curati con Quad è scesa al 90% rispetto all’87% dell’altro gruppo. In questo caso gli effetti collaterali si sono fatti sentire di più, specialmente nel gruppo che ha assunto il cocktail di farmaci: ben il 5,1% contro il 3,7%.
L’approvazione di Quad potrebbe portare ad un miglioramento delle risposte dei pazienti grazie alla possibilità di assumere un solo medicinale ed abbattere quindi dimenticanze e problemi: fattori che portano facilmente il virus a resistere ai farmaci.
Fonte| The Lancet
Photo Credit | Thinkstock