La Giornata Mondiale dell’Aids, prevista per il 1 dicembre, è da sempre rappresentata da un fiocco rosso. Da dove nasce questo simbolo? Quale è la sua storia? Scopriamolo insieme.
Il fiocco rosso come simbolo della lotta contro l’Aids nasce nel periodo più triste per la comunità LGBT e per i primi malati di questa immunodeficienza. Negli anni ’80 l’HIV era considerato come la “peste dei gay”. Per molto tempo la stessa ricerca medica si rifiutò di lavorare in modo serio sulla patologia perché sembrava essere diffuso solo in una certa fascia della popolazione, erroneamente additata per il non utilizzo del preservativo e per la promiscuità sessuale. Fu solo con il primo caso di contagio tra eterosessuali che la ricerca di una cura decollò. Perché questo preambolo?
Perché in un momento nel quale l’Aids era ancora poco conosciuto coloro che volevano supportare la causa hanno pensato fosse utile qualcosa in cui riconoscersi. Furono gli artisti in quell’epoca in voga a inventare questo simbolo: per esprimere compassione e supporto alle persone che soffrivano rinchiuse nelle proprie case. Nei primi anni ’80 e per molto tempo i malati di HIV venivano trattati come appestati. Ispirandosi ai fiocchi di supporto per i militari in guerra, il rosso venne scelto perché colore forte e perché a differenza del rosa e dei colori arcobaleno non era direttamente identificabile solamente con la comunità LGBT. La forma fu scelta perché facilmente replicabile da tutti anche a casa, con dei semplici scampoli di stoffa.
La sua diffusione iniziò nell’ambiente artistico di New York, accompagnato da volantini sul motivo della distribuzione: il boom avvenne nel momento in cui artisti famosi in tutti il mondo iniziarono ad indossarli in cerimonie di alto profilo come gli Oscar. Ed ancora oggi il fiocco rosso è il simbolo della Giornata Mondiale contro l’Aids: qualcosa di immediatamente riconoscibile in ogni contesto.
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