Quando il cuore fa le bizze, grazie all’ausilio della medicina moderna si tenta di “calmarlo” attraverso interventi di vario tipo. Nel caso di alcune patologie, come ad esempio l’angina refrattaria, non sempre i farmaci funzionano adeguatamente, e spesso e volentieri operazioni come l’angioplastica ed il bypass non vengono indicate come necessarie.
Ora, una speranza arriva da una ricerca effettuata da un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica di Roma.
Essi hanno infatti messo a punto una nuova terapia in grado di spegnere letteralmente il dolore derivante da questa patologia. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Pain.
È stato infatti ideato dagli scienziati una sorta di pacemaker da impiantare sotto la cute in grado di stimolare il midollo spinale tramite un catetere-elettrodo. Spiega il dottor Gaetano Lanza, ricercatore di cardiologia all’Università Cattolica e cardiologo del Dipartimento di Medicina Cardiologica del Policlinico Gemelli:
La neurostimolazione è indicata nei pazienti con angina “refrattaria” che, nonostante una terapia farmacologica ottimale, presentano dolore toracico, persino quando si sottopongono a sforzi minimi e, addirittura, quando sono a riposo, con marcata limitazione delle normali attività quotidiane.
Va ricordato che il dolore dell’angina è legato un’insufficiente ossigenazione del cuore, solitamente causata da problemi alle arterie coronariche. Statisticamente in Italia ne soffre il 3,3% degli uomini e il 3,3% delle donne tra i trentacinque ed i settant’anni di età. Solitamente la terapia consigliata è quella relativa a farmaci anti-ischemici e interventi di rivascolarizzazione tramite angioplastica o bypass.
La sperimentazione, condotta dagli scienziati romani in collaborazione con altri cinque centri sparsi in tutta Italia (San Filippo Neri di Roma, Le Molinette di Torino, Policlinico San Matteo di Pavia, Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo e Umberto I di Mestre), ha riguardato l’impianto di quest’elettrodo sopracitato in 25 pazienti con età media di 68 anni.
Sottolinea ancora Lanza:
Non è ancora chiaro il meccanismo d’azione della stimolazione spinale ma al beneficio terapeutico potrebbero contribuire diversi effetti . Una serie di dati sperimentali e clinici suggerisce, infatti, che la stimolazione abbia un effetto favorevole sia sul consumo di ossigeno da parte del cuore sia sul flusso di sangue nelle coronarie, oltre che direttamente sul dolore.
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Fonte: Corriere della Sera