La salute del cuore inizia prima della nascita. Lo hanno spiegato gli esperti riuniti a Roma per il al 79° Congresso della Società Italiana di Cardiologia (SIC).
Lo stile di vita della futura mamma durante la gestazione è determinante per la prevenzione di numerose patologie nel bambino che verrà. Questo vale anche per il suo cuore: la donna incinta deve seguire una dieta bilanciata, fare movimento ed evitare fumo ed alcol.
Ha spiegato Ciro Indolfi, Presidente Eletto SIC, professore ordinario di Cardiologia all’Univ. Magna Graecia di Catanzaro:
“Le cattive abitudini materne possono portare a modifiche nell’espressione dei geni del figlio che si associano a un aumentato rischio cardiovascolare successivo. Non è mai troppo presto per pensare alla salute del cuore dei propri figli e un modo per farlo è senz’altro scongiurare una nascita prematura: i bimbi nati prima della 37° settimana e con un basso peso alla nascita hanno un maggior rischio di sviluppare successivamente patologie di vario genere, fra cui le malattie cardiovascolari. Vanno perciò evitate le condizioni materne che favoriscono la prematurità o il basso peso, come una dieta materna insufficiente o un basso peso della mamma, le disfunzioni della placenta, il fumo, la dipendenza da sostanze o farmaci”.
In seguito sarà importante far fare ai propri figli attività motoria: almeno 3 ore al giorno fra i 3 ed i 5 anni e dai 6 ai 17 anni 1 ora. Solo così si abbatteranno i rischi per l’adulto di avere malattie cardiovascolari.
Ha continuato Giuseppe Mercuro, Presidente SIC professore ordinario di cardiologia all’Univ. di Cagliari:
“L’attività fisica ha un ruolo importante e in molti casi addirittura superiore alla terapia farmacologica nella prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari, che in larga parte sono provocate proprio dalla sedentarietà: il 9% delle morti premature è attribuibile all’inattività fisica, un “peso” simile a quello del fumo ! L’esercizio fisico ha un effetto fortemente benefico sul cuore e sulla salute in generale, praticato in modo regolare riduce fino al 30% la mortalità; tuttavia l’Italia è un Paese di pigri e anche i giovanissimi non si discostano dalla media, anzi. Gli studi scientifici indicano che solo il 30% dei bambini e adolescenti raggiunge nell’arco della settimana una media di 60 minuti di attività fisica giornaliera, grazie ai giorni in cui si pratica sport per più di un’ora consecutiva; tuttavia, se si va a vedere quanti fanno almeno 60 minuti di esercizio moderato ogni giorno, la percentuale crolla al 3% con i maschi un po’ più attivi (5,5%) e le femmine molto sedentarie, visto che solo l’1,2% si muove quotidianamente a sufficienza. Il periodo fra 6 e 17 anni è particolarmente critico, non solo per sviluppare le capacità motorie ma anche e soprattutto per imparare stili di vita sani, da mantenere nell’arco di tutta la vita successiva.”