Artrite reumatoide e trombosi venosa profonda potrebbero avere una connessione più ampia di quel che si crede. Lo suggerisce una ricerca condotta dalla China Medical University e pubblicata sulla rivista di settore Annals of the Rheumatic Diseases.
Lo studio, condotto su un campione di quasi 24 milioni persone ( la popolazione del Taiwan, N.d.R.), era nato per comprendere per quale motivazione vi fosse un sensibile tasso di mortalità in coloro che affetti da trombosi venosa profonda sviluppavano poi coaguli di sangue nelle gambe o nei polmoni che si risolvevano in embolie in grado di portare alla morte in meno di 30 giorni. Analizzando le condizioni di salute dei coinvolti nel periodo di studio di follow up , gli scienziati hanno potuto notare che circa 30 mila persone erano state colpite da artrite reumatoide e di queste, un discreto numero aveva poi iniziato a soffrire di trombosi venosa profonda.
Comparando i dati raccolti in merito alle due patologie dal 1998 al 2010, i ricercatori si sono resi conto che tra la formazione di coaguli nel sangue e questa grave malattia reumatica vi potessero essere dei collegamenti, soprattutto comparando i numeri ottenuti con un campione cospicuo di persone sane della stessa età. Nel corso dei loro ragionamenti gli esperti hanno tenuto conto di numerosi fattori di rischio per la trombosi venosa profonda come ipertensione, diabete, colesterolo alto, insufficienza cardiaca e fratture. Non dobbiamo infatti dimenticare che tutte queste patologie possono causare sul lungo periodo la formazione di coaguli sanguigni. Eppure l’artrite reumatoide ha presentato, nel corso dello studio, una correlazione molto più forte, proprio perché fattore di rischio anche per le malattie sopracitate.
Riassumendo ciò che il dottor Wei-Sheng Chung ed i suoi colleghi hanno scoperto, possiamo dire che esiste una forte correlazione tra artrite reumatoide e trombosi venosa profonda, in particolare rispetto allo sviluppo della potenzialmente mortale embolia polmonare.
Fonte | ARD
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