Nascerà presto in Piemonte una rete di «stroke unit», i centri specializzati per il trattamento dell’ictus. È quanto prevedono le linee guida approvate dalla Giunta regionale di Mercedes Bresso, che le aziende sanitarie dovranno attuare entro il 30 giugno del 2009. Le linee di indirizzo, contenute nella delibera 49886/2008 approvata il 27 ottobre scorso, hanno l’obiettivo di migliorare i percorsi di trattamento dei soggetti colpiti dalla patologia, che rappresenta in Italia la prima causa di invalidità permanente, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte. Ha spiegato l’assessore alla Sanità Eleonora Artesio
«Ogni anno si verificano circa 186mila ictus, di cui l’80% sono nuovi episodi e il resto recidive. Nel 2006 in Piemonte sono state dimesse dagli ospedali 16.446 persone con diagnosi di vasculopatia cerebrale. Vista l’entità del problema, abbiamo attivato presso l’Aress un tavolo di lavoro con numerosi specialisti in modo da mettere a punto le proposte per ridefinire i più moderni percorsi di cura»
Le azioni che si sono rivelate di particolare efficacia sono il ricovero in strutture dedicate (le stroke unit) e la terapia trombolitica nel caso di ictus ischemico.
«In base al numero di ricoveri che si verificano ogni anno a regime dovranno esserci almeno 20 posti ogni 200mila abitanti dedicati all’ictus, organizzati sotto forma di stroke unit. Almeno sei di questi dovranno essere equipaggiati per il monitoraggio dei parametri vitali e considerati unità a più alta intensità assistenziale»
In ogni unità di stroke dovrà essere individuato un team multidisciplinare che operi in maniera coordinata per assicurare la presa in carico completa dei pazienti. Il provvedimento, varato dalla Giunta, richiama anche le disposizioni già introdotte con una delibera del 2006 per orientare la rete sanitaria e il sistema di emergenza-urgenza verso un precoce riconoscimento degli ictus, al fine di consentire il trattamento trombolitico.
Per quanto riguarda questo punto, il testo accredita due nuove strutture, che si aggiungono alle 19 già autorizzate per la trombolisi nell’ictus ischemico acuto: l’ospedale Martini di Torino e quello di Biella. Il documento assegna poi un ruolo centrale alla prevenzione secondaria, quella rivolta alle persone che sono già state vittime in passato di un attacco ischemico transitorio, che saranno sottoposte a stretta sorveglianza clinica e diagnostica, in collaborazione con i medici di base.
Allo scopo è prevista la creazione di un registro degli ictus, che anche grazie all’ausilio di strumenti informatici consente di seguire da vicino il percorso dei pazienti. La delibera infine riconosce l’opportunità di rafforzare le sedi in cui si svolge attività di II livello, cioè gli interventi diagnostici e terapeutici di particolare complessità o gli interventi chirurgici che rientrano nel campo della neurochirurgia, della neuroradiologia e della chirurgia vascolare. Così le neurochirurgie saranno affiancate da un servizio di neuro-radiologia in grado di eseguire anche prestazioni angiografiche e verrà potenziata la neuroradiologia interventistica.