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Viva dopo 118 giorni senza cuore

Ancora una volta è un medico italiano a fare “miracoli” all’estero. Dopo il trapianto di trachea dalle cellule staminali della paziente stessa di cui vi avevamo raccontato ieri, il dr. Marco Ricci, cardiochirurgo all’ospedale Jackson Memorial Medical Center di Miami, nonchè direttore del reparto di chirurgia cardiaca pediatrica, ha ridato una vita normale ad una ragazza la cui fine sembrava segnata. 118 giorni senza cuore, ma tenuta in vita da una macchina perchè non si riusciva a trovare nessun organo compatibile con il suo fisico.

E’ il primo caso su una donna così giovane. D’Zhama Simmons, questo il nome della ragazza, ha infatti solo 14 anni, mentre un intervento simile si era avuto sinora solo un’altra volta nella storia, ma su un uomo adulto in Germania. Soffriva di una cardiomiopatia dilatata dalla nascita, un problema per il quale il cuore non riusciva a pompare a sufficienza il sangue, ed era già stata sottoposta ad intervento nel luglio scorso, ma aveva rigettato l’organo.

Da allora a tenerla in vita sono state due pompe cardiache esterne, rimosse il 29 Ottobre scorso, giorno dell’operazione. Si è atteso di sapere come il corpo avrebbe reagito a quest’altro cuore, ma soprattutto di vedere come la ragazza si sentiva dopo l’intervento. Oggi, finalmente, l’annuncio che la ragazza sta benissimo, tanto che si è recata sulle sue gambe, in lacrime, alla conferenza stampa nella quale ha spiegato di aver vissuto un’esperienza spaventosa, ma di sentirsi adesso “abbastanza bene”.

“È stato come sentirsi una persona che non esiste. Tutto dipendeva dal buon funzionamento di una macchina.”

ha dichiarato ai giornalisti, ed in effetti dipendere al 100% da un marchingegno, per quanto sofisticato possa essere, deve creare più di qualche preoccupazione. I medici comunque non hanno escluso complicazioni future. Infatti, secondo il dottor Ricci, c’è il 50% di possibilità che tra 12 anni D’Zhama avrà bisogno di un cuore nuovo. Ma per adesso potrà condurre una vita “quasi” normale.