Un team di ricercatori dell’Ircss San Raffaele di Milano ha dimostrato per la prima volta al mondo come il midollo osseo, fino ad oggi impiegato per il trapianto di cellule staminali (ematopietiche) nei pazienti affetti da leucemia, possa essere utilizzato per ricostruire una parte delle funzioni del pancreas danneggiato nei malati di diabete 3c. La ricerca, finanziata dal ministero della Salute, è stata pubblicata sulla più importante rivista di diabetologia: Diabetes.
Gli studiosi si sono concentrati sul diabete mellito di tipo 1 refrattario alla cura standard e sul diabete 3c, la forma di diabete più pericolosa in quanto porta all’asportazione chirurgica del pancreas che perde le sue funzioni principali (compresa la regolazione del metabolismo degli zuccheri), una condizione difficilmente controllabile anche con le più moderne terapie insuliniche.
Come ha spiegato Lorenzo Piemonti, responsabile del Programma di trapianto di isole e dell’Unità della Biologia delle Beta cellule al Diabetes research institute del San Raffaele:
Abbiamo recuperato dal pancreas prelevato chirurgicamente le cellule endocrine, “ricostruendo” l’organo nel midollo delle ossa dello stesso paziente, a livello del bacino. Con il tessuto endocrino impiantato nel midollo di 4 pazienti si è ottenuto una sorta di “organo puzzle” che ha attecchito e funzionato per 3 anni, dimostrando per la prima volta che questa procedura è eseguibile, sicura ed efficace.
L’approccio utilizzato nei pazienti è assolutamente innovativo e apre scenari inaspettati nel campo della medicina rigenerativa nella speranza di offrire una terapia efficace ai pazienti con malattie del pancreas. Grazie a questa prima esperienza i ricercatori hanno potuto iniziare uno studio clinico anche nei pazienti con diabete di tipo 1 sottoposti a trapianto allogenico da donatore d’organo e i primi risultati si avranno a partire dal prossimo anno. Come spiegano gli esperti, in questo caso la situazione è più complessa in quanto si deve tenere conto della reazione del sistema immunitario.
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