Il diabete è una delle malattie a più ampia diffusione tra la popolazione mondiale e le stime parlano di un aumento ulteriore di casi per il futuro, dovuto alle diete ipercaloriche e allo scarso consumo di frutta e verdura che caratterizza l’alimentazione della vita moderna. Ecco perché é importante scovare una soluzione che migliori la qualità della vita delle persone colpite che devono convivere, a volte fin da giovani, con il disagio di questa malattia.
La tecnologia viene in aiuto dei malati con dispositivi sempre meno invasivi per tenere sotto controllo il livello del glucosio nel sangue. L’ultima creazione consiste in lenti a contatto che cambiano colore per avvisare che si sta superando la soglia di rischio.
Solitamente per misurare la quantità di zuccheri nel sangue si utilizza l’esame del sangue, prelevando da un dito una gocciolina di sangue. Un’operazione che ormai grazie alle macchinette meno costose e presenti anche nelle case dei pazienti è abbastanza semplice. Tuttavia questo metodo lo è ancora di più perché evita di prelevare sangue e consente di sapere semplicemente guardandosi allo specchio se si è superata la soglia di pericolo.
A brevettare le lenti a contatto che si colorano sono stati i ricercatori della University of Western Ontario. Il sistema sfrutta le nanoparticelle, contenute in una sostanza, l’idrogel, che compone le lenti. A contatto con il glucosio, che non è contenuto solo nel sangue ma anche nelle lacrime, l’idrogel reagisce e si colora. I diabetici potranno così tenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue semplicemente osservando il mutare delle sfumature dell’iride. Queste tecnologie hanno un gran numero di potenziali applicazioni al di là dei dispositivi biomedici, anche per l’imballaggio alimentare. Per esempio, i film nanocompositi possono prevenire il deterioramento degli alimenti impedendo che ossigeno, anidride carbonica e l’umidità raggiungano le carni fresche e gli altri alimenti, o mediante la misurazione della contaminazione di agenti patogeni.