L’allergia al lattice è una reazione avversa del sistema immunitario ad una proteina contenuta nella gomma da cui poi si ricava il lattice, una componente di diversi oggetti di uso comune come guanti, alcuni tipi di abiti, preservativi, cinture, palloncini, nastro adesivo e tanti altri. Cosa la causi ancora non si sa di preciso, ma ciò che è invece è chiaro è che una ripetuta esposizione alla sostanza provoca i sintomi.
In generale tutti possono essere allergici al lattice (secondo i dati del Ministero della Salute l’1% degli adulti ed il 2% dei bambini italiani ne soffre), ma sono maggiormente esposti i bambini affetti da spina bifida o con altre anomalie congenite, le persone che quotidianamente vengono a contatto con il lattice come i dentisti o i veterinari, chi lavora il lattice, persone che hanno subito diverse procedure chirurgiche, chi è allergico ad alcuni frutti come banana, kiwi, avocado o castagne, e persone che hanno casi in famiglia di altre allergie, eczema e asma.
Si può notare questo tipo di allergia se, a contatto con un oggetto in lattice, spuntano degli sfoghi sulla pelle, orticaria, il naso e gli occhi cominciano ad irritarsi, vengono starnuti e prurito. Non sempre i sintomi sono gravi, ma possono diventarlo, dato che possono sfociare in dermatite e reazioni allergiche gravi come shock anafilattico, ipotensione, difficoltà a respirare, tremori, rinite, oculorinite, angioedema, dolori al petto e temporanea perdita di coscienza.
Per questo è bene che una persona che ha manifestato almeno una volta i sintomi dell’allergia al lattice sappia come reagire. E’ chiaro che il metodo migliore è di evitare il contatto con il lattice, ma se ciò non è possibile è bene sapere che, in caso di reazione, è importante recarsi immediatamente all’ospedale o contattare il 118.
Non improvvisatevi medici visto che, giunti al pronto soccorso, il medicinale che vi sarà fornito dipenderà dal tipo di reazione allergica che avete mostrato. Può anche essere utile tenere sempre a portata di mano una siringa di epinefrina per scongiurare uno shock anafilattico ed indossare un braccialetto medico con specificato il tipo di allergia, il quale può far capire immediatamente ai soccorritori come comportarsi.
Secondo le linee guida del Ministero, le strutture sanitarie devono adeguare i propri impianti a questo tipo di allergia, ed oltre ad annoverare nel proprio staff il personale competente (allergologo, anestesista, responsabile del servizio di prevenzione e protezione, ecc.), devono anche provvedere a rifornirsi di guanti prodotti con materiale alternativo al lattice, provvedere alla marchiatura dei prodotti che contengono la sostanza in modo da non utilizzarli sui pazienti allergici (se non in casi strettamente necessari), istituire un registro degli esposti e delle patologie professionali, organizzare corsi di formazione e aggiornamento sulla condizione, formalizzare le procedure di trattamento del paziente ed allestire uno o più carrelli con gli strumenti medici che non siano composti in lattice. Inoltre il Ministero raccomanda che nelle aree di competenza di ogni ASL d’Italia sia presente almeno una struttura per la cura dei pazienti allergici al lattice.
Inoltre, se avete mostrato segni di allergia (non esiste infatti un test specifico per notarla in anticipo) è bene liberare la casa da tutti gli oggetti in lattice e stare attenti che esso non sia presente negli acquisti che da quel momento farete per il resto della vita. Infine, anche se non ci dovrebbero essere grossi cambiamenti nella dieta, è sempre prudente evitare alcuni frutti che hanno proteine simili o identiche a quelle del lattice. Dunque potreste dover eliminare dalla dieta banane, avocado, patate, kiwi, papaya, fichi, ananas, pesche, prugne, ciliege, fragole, melone, nettarine, uva, pomodoro, sedano, segale, grano, nocciola e castagne. Non eliminatele subito, ma chiedete consiglio al vostro medico che stabilirà se siete allergici ad uno o più di questi alimenti. Sempre secondo le linee guida, il medico è tenuto ad informare il paziente su come comportarsi, e nel caso di ricovero, rendere immediatamente identificabile il paziente allergico al lattice. Per ogni approfondimento, da questo link potete consultare le linee guida complete.
[Fonte: Cleveland Clinic]
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