La Lente a contatto, LAC, “non è come un francobollo che si appiccica ad una busta e anche se è ruotato l’affrancatura è valida e la lettera parte! E’ una protesi (considerata dal legislatore “presidio medico chirurgico ad alta invasività“) che s’inserisce nel tessuto lacrimale e turba la composizione delle lacrime, il PH, il ricambio, modalità e frequenza dell’ammiccamento, alterando i rapporti con la superficie corneale e la congiuntiva”.
Un decreto ministeriale ne ha liberalizzato la vendita in farmacia ma non indica la necessità della prescrizione dell’oculista e gli specialisti chiedono invece norme certe. Ribadisce il presidente SICOM, Società Italiana Contattologia Medica, Pasquale Troiano
«La norma europea va recepita, come in Francia dove nessuno vende le Lac senza ricetta dell’oculista, l’uso incontrollato può modificare radicalmente l’anatomia e la fisiologia della superficie oculare, dare infiammazioni, manifestazioni “da occhio secco”, congiuntivite giganto-papillare»
Il problema più importante sono le cheratiti infettive, spiega Troiano:
«L’ infezione della cornea non è infrequente ed è spesso drammatica perché alcuni pazienti hanno esiti cicatriziali tali da richiedere trattamenti chirurgici fino al trapianto di cornea»
Cautela e visita specialistica anche per le nuove lenti “30 giorni”, in silicone idrogel. In realtà possono essere usate, e solo per una ventina di giorni, da un 5% circa di persone in condizioni ottimali. Altrimenti meglio non superare i 10 giorni d’uso ininterrotto. Da valutare il film lacrirnale, qualità e quantità di lacrimazione, le ciglia ruotate all’interno, tutto ciò che può determinare intolleranza, problema che comincia con fastidio alla luce e prurito.Tra le controindicazioni, dice Troiano, il fumo, la pillola anticoncezionale, i disturbi del sonno, l’anemia, il diabete, i cortisonici e le terapie ormonali.