Il vaccino anticovid rappresenta uno strumento importante per combattere la pandemia di coronavirus ancora in atto, ma è importante non abbassare la guardia: la nuova variante Delta potrebbe rappresentare un problema molto grande per contagiosità e facilità di diffusione.
Vaccinare in fretta per limitare contagi
È necessario correre contro il tempo e vaccinare il più possibile, dato che questa variante nel Regno Unito, dove la vaccinazione è avvenuta con Astrazeneca e il tempo tra una dose e l’altra è pari a tre mesi, sta spopolando tra coloro che non sono vaccinati e coloro che sono ancora in attesa di essere sottoposti al richiamo. La variante Delta del Covid-19 è stata scoperta proprio nel regno della regina Elisabetta lo scorso aprile, quando il governo britannico aveva iniziato a riaprire man mano la Nazione.
Quello che si sa della variante delta o indiana è che è il 60% più contagiosa rispetto al virus originale e sembra essere in grado di superare almeno parzialmente le difese sviluppate grazie ai vaccini, come già indicato, nelle persone che hanno ricevuto una sola dose: è emerso infatti che una sola iniezione di Pfizer o Astrazeneca riducono il rischio di contrarre questa variante in forma sintomatica solo nel 33% dei casi, mentre nella variante Alfa questo accadeva nel 50% dei casi. Una volta ricevuta la seconda dose, l’efficacia contro la variante Delta sale al 60% in coloro che sono vaccinati con Astrazeneca e al 88% in chi ha eseguito una vaccinazione con la formulazione a mRNA.
Variante Delta più pericolosa di quella Alfa
Anche in quanto a pericolosità, secondo uno studio condotto in Scozia, sembrerebbe che le persone contagiate dalla variante Delta correrebbero un rischio due volte maggiore di essere ricoverati per Covid-19 rispetto a chi è colpito dalla variante Alfa: al momento però non vi è alcuna certezza che si possa sviluppare una malattia più grave. A prescindere dalla percentuale di copertura è apparso comunque evidente che il vaccino stia comunque tenendo a bada l’aumento dei ricoveri ospedalieri.
in base ai dati di Public Health England, chi ha ricevuto una dose di un qualunque vaccino corre un rischio inferiore del 75% di ospedalizzazione per covid rispetto ai non vaccinati, mentre per chi è protetto con doppia dose il rischio di ricovero cala del 94%.
E se in Europa la situazione sembra essere generalmente sotto controllo, lo stesso non si può dire negli Stati più poveri e negli Stati Uniti, dove a causa della disparità di vaccinazione tra i diversi stati dell’Unione, almeno un quinto dei nuovi casi registrati è collegabile alla variante Delta.