L’inverno del 2021 verrà ricordato oltre che per la quarta ondata dei contagi in Europa, anche per la comparsa di un’ennesima variante di coronavirus della quale preoccuparci: quella sudafricana, che già dalle prime analisi sembra essere più complessa da affrontare, tanto da spingere l’OMS a lanciare un allarme in tal senso.
Variante del virus dalle molte mutazioni
Questa variante della covid-19 è stata scoperta da poco in Botswana ed è stata già ribattezzata dal The Guardian come “variante dell’orrore”. Scientificamente il suo nome è B.1.1.529 e ceppi sono stato isolati anche in Sudafrica e a Hong Kong, Per il momento si parla di un numero complessivo di contagi basso, ma i primi rilievi eseguiti fanno pensare che i numeri legati alla variante Omicron del coronavirus siano destinati a salire. Per tale ragione, al fine di evitare che questa tipologia possa espandersi come già accaduto con la variante Delta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di lanciare un allarme per cercare di mettere gli Stati in condizione di anticipare il virus e bloccare la diffusione di questa variante specifica.
C’è una ragione per la quale si parla di variante dell’orrore per la B.1.1.529: essa presenta infatti un numero “estremamente elevato” di mutazioni del virus. È proprio per tale motivazione che l’OMS ha deciso d’inserirla nell’elenco di quelle da monitorare con attenzione. Ha spiegato l’organizzazione sul suo sito:
Si tratta di una variante con molti cambiamenti genetici rispetto al virus originario, che potrebbe rappresentare un rischio futuro. Ma le prove del suo impatto a livello fenotipico o epidemiologico non sono attualmente chiare, e richiedono un monitoraggio e una valutazione continue in attesa di nuove evidenze scientifiche.
Tentare di bloccare la diffusione della variante sudafricana
Cosa significa quel che ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità? È presto detto: è necessario fare attenzione e cercare di bloccarne la diffusione mentre se ne studiano le caratteristiche e si capisce quale possa essere il suo comportamento in merito alla contagiosità e in relazione al vaccino.
La variante Omicron è al momento vista come pericolosa perché presenta ben 32 mutazioni della proteina Spike, ovvero quella parte del virus che la maggior parte dei vaccini utilizza per stimolare il sistema immunitario contro il coronavirus: diventa necessario comprendere se e quanto questa sua caratteristica può aiutare il virus a eludere l’immunità data dal vaccino. Gli scienziati hanno formulato una ipotesi in merito alla nascita di questa nuova variante dalle molteplici mutazioni: secondo Francois Balloux, direttore dell’UCL Genetics Institute, potrebbe essere nata dall’incubazione del virus in un paziente affetto da HIV o AIDS.