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Covid-19 e polline: aumenta diffusione con allergie?

Covid e pollini: è allarme contagio? La primavera porta con sé la fioritura di alberi e piante, da sempre causa scatenante di molte allergie stagionali. Quest’anno dobbiamo preoccuparci per una possibile maggiore diffusione del nuovo coronavirus a causa dei sintomi di queste ultime?

Pollini possono favorire contagio?

È una domanda che si sono posti un gruppo di ricercatori dell’università di Augusta i quali, in uno studio pubblicato su Pnas, hanno eseguito delle indagini sulla possibile associazione tra l’infezione da covid-19 e le concentrazioni di pollini trasportati dall’aria.

Athanasios Damialis e i suoi collaboratori hanno condotto uno studio revisionale analizzando trasversalmente e longitudinalmente i dati a disposizione sul nuovo coronavirus, sul tasso di infezione e su i fattori metereologici. Un’idea nata da ciò che è avvenuto tra il 10 il 14 marzo del 2020, quando una forte ondata di calore ha scatenato quello che poi è emerso essere stato il primo picco di emissioni di polline nell’emisfero settentrionale. Ci si è resi conto che nello stesso periodo ha avuto luogo anche un alto tasso di infezione da covid-1 e si è voluta quindi analizzare una possibile correlazione tra le due cose. I risultati ottenuti dagli scienziati sottolineano come in condizioni meteorologiche favorevoli l’esposizione contemporanea al virus e al polline trasportato dall’aria possa essere un fattore di promozione del contagio.

Secondo gli scienziati il polline, sia combinato con umidità e temperatura ma anche da solo, potrebbe giustificare circa il 44% della variabilità del tasso di infezione. Tradotto in parole povere i tassi di infezione sono, secondo la ricerca, aumentati dove erano presenti concentrazioni di pollice più elevate.

Polline non sembra essere portatore di virus

È stato inoltre rilevato come i paesi in lockdown mostravano tassi di infezione giornalieri da covid-19 pari al 50% di quelli dei paesi non in isolamento e a parità di concentrazione di polline. I ricercatori dell’Università di Augusta precisano però che non si può provare che grani di polline siano portatori di particelle del virus: esso può essere però un fattore modulante per la progressione dell’infezione.

Al momento ancora non si sa se inquinamento, variabili meteorologiche o altre particelle possano avere effettivamente un ruolo nella diffusione del virus tra la popolazione, sebbene vi siano degli studi che raccontano come alcuni elementi come il biossido d’azoto e il particolato possano avere una certa influenza. Non si può quindi sostenere con certezza che il polline possa essere uno strumento di contagio: per sicurezza e seguendo le norme anti covid approvate è consigliato sempre utilizzare la mascherina, dato che l’allergia può scatenare crisi di starnuti, effettivi strumenti di contagio.