Potrebbe sembrare un film horror, ma è la realtà. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Madison, nel Wisconsin, ha creato in laboratorio un virus “ibrido”, nato cioè dal legame tra il virus terribile della febbre Spagnola e alcuni virus influenzali comuni circolanti anche oggi. Lo scopo dichiarato è di comprendere come mai la Spagnola fu così virulenta, e tentare così di fermare eventuali virus futuri egualmente terribili per evitare un’altra ecatombe.
Ricordiamo infatti che la cosiddetta “febbre Spagnola” apparve in Europa nel lontano 1918 e fu la più terribile pandemia mondiale di influenza della storia. Infettò infatti 500 milioni di persone, che all’epoca rappresentavano quasi un terzo della popolazione mondiale, e portò ad un numero imprecisato di morti, che si dovrebbe aggirare intorno ai 50 milioni, con un tasso di mortalità del 10%, altissimo se si pensa che il tasso di mortalità dei virus attuali è intorno allo 0,1%. In Italia si dice abbia fatto dalle 375 alle 650 mila vittime.
Gli esperimenti, pubblicati su PNAS, la rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, provano la creazione del virus pandemico, in maniera tale da individuarne i punti deboli e di conseguenza le armi per combatterlo. A capo del progetto c’è il professor Yoshihiro Kawaoka, il quale ha dichiarato a PNAS che si sta mettendo a punto, per la prima volta, un vaccino contro una malattia che probabilmente non si diffonderà mai, dato che creata in laboratorio e non in natura. A meno che il virus non sfugga dalla sua cella di massima sicurezza e si diffonda tra gli inconsapevoli cittadini.
Per spiegare la pericolosità di questo virus, basta dire che, mentre i normali virus influenzali infettano solo il tratto respiratorio superiore, questo è capace di raggiungere i polmoni, causando una sorta di polmonite primaria, superando le normali barriere immunitarie. Oggi ci sono molte tecniche per guarire da questa malattia (prima di tutto gli antibiotici che nel 1918 ancora non erano stati inventati), ma perché correre il rischio?
[Fonti: Il Messaggero; www.wikipedia.org]