L’epidemia di ebola che ha colpito l’Africa non sta portando allo stremo solamente la salute della popolazione: sta anche affondando drasticamente l’economia del paese che, a causa di tutto ciò e di una grave emergenza alimentare, non riesce ad affrontare adeguatamente la crisi sanitaria che sta vivendo.
E’ impossibile attuare una corretta prevenzione senza fondi: sono 13.700 i casi di ebola occorsi nella regione finora, divisi in ben 30 focolai epidemici. I contagi continuano a salire e la mortalità si è attestata tra il 50% ed il 70%. Ad un quadro di una gravità così disarmante, si aggiunge l’allarme lanciato dall’associazione Oxfam: i paesi colpiti rischiano di vivere una vera e propria crisi alimentare. Non bisogna dimenticare che alcuni di loro escono da una guerra civile conclusasi nel periodo antecedente l’inizio dell’epidemia di ebola.
Gli esperti hanno spiegato nelle scorse settimane che è possibile aspettarsi addirittura 10mila casi di ebola a settimana nei prossimi mesi nelle zone colpite. E’ per questo motivo che secondo l’associazione l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe ottenere fondi dalla comunità internazionale da riversare nei paesi che stanno vivendo l’epidemia non solo per raccogliere e donare tutto il materiale sanitario necessario ad una prevenzione corretta, ma anche per evitare che la popolazione, già duramente messa alla prova, muoia di fame. Come spiega Silvia Testi, responsabile dell’ufficio Africa di Oxfam Italia:
Le procedure sanitarie messe in campo con l’isolamento delle persone contagiate e il trattamento dei casi di ebola sono importanti ma adesso si fa sempre più cruciale lavorare assieme alla popolazione, per rendere accessibili le procedure di prevenzione. Per farlo in maniera efficace occorre però lo stanziamento di più fondi da parte dei Governi.
Non è il solo problema sottolineato dall’esperta: la malattia ha portato in un rallentamento dei lavori in miniera e di quelli nei campi. Ed è proprio questa la motivazione dell’attuale emergenza alimentare nei paesi colpiti: il cibo scarseggia e quello che arriva nei negozi è messo in commercio a prezzi inaccessibili, rendendo difficile a prescindere la sopravvivenza delle persone.
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