Si trova in rianimazione in gravi condizioni il medico italiano di Emergency affetto da ebola e da giovedì in serata è sottoposto ad assistenza respiratoria nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Lazzaro Spallanzani, il centro di riferimento per la malattia del nostro paese.
La situazione è degenerata due giorni fa e dopo un temporaneo abbassamento della febbre, la temperatura, come indicato dal bollettino medico odierno, è nuovamente risarita. Il medico è sempre in alto isolamento e lo stesso spostamento è avvenuto seguendo tutti i protocolli necessari al fine di evitare contagi da ebola tra i sanitari. Neglu ultimi due giorni le comunicazioni pubbliche dei medici sono divenute particolarmente stringate. Sintomo, probabilmente, di una certa preoccupazione che sale fra coloro che si stanno occupando del paziente zero italiano. Sebbene le sue condizioni siano gravi non si perde la speranza.
L’ebola è una malattia che può presentare un andamento altalenante: una guarigione può essere ancora possibile se il corpo del paziente deciderà di rispondere adeguatamente alle cure somministrate. Il piano terapeutico utilizzato viene valutato giorno per giorno dalla task force che si sta occupando del paziente, attualmente sedato per essere curato con più facilità e dare modo all’organismo di non fare sforzi. Fino ad ora il medico italiano di Emergency è stato approcciato con 4 diverse terapie: 2 farmaci antivirali sperimentali, trasfusioni di plasma proveniente da una persona guarita e un medicinale, sempre sperimentale che agisce sul sistema immunitario.
Come spiegato in preceenza, giù altri casi di ebola, prima della guarigione, hanno mostrato un andamento altalenante. Non dobbiamo dimenticare che ogni caso è differente e la prognosi legata a tanti differenti fattori. Il paziente zero italiano è sottoposto alle migliori cure possibili e seguito da esperti in grado di gestire qualsiasi situazione. Non resta che attendere l’evoluzione delle condizioni dell’uomo, sperando che i trattamenti in uso siano in grado di aiutarlo a sconfiggere il virus dell’ebola.
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