La leishmaniosi è un’infezione piuttosto comune (si calcola colpisca circa 1-2 milioni di persone all’anno in tutto il mondo), che di per sé non è pericolosa per la vita, ma solo deturpante. Se non curata, o se curata in ritardo, tuttavia, favorisce l’insorgenza di altre condizioni secondarie che, queste sì, possono mettere in pericolo la sopravvivenza del paziente. Un gruppo di ricercatori della University of British Columbia in Canada ha perciò studiato una terapia che è in grado di diminuire significativamente il rischio di complicazioni in meno di una settimana.
La leishmaniosi è una malattia trasmessa dal morso di alcuni parassiti. Si calcola che ne siano affette attualmente circa 12 milioni di persone in 88 Paesi di tutto il mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La leishmaniosi viscerale è la forma più grave della malattia e di solito è fatale senza trattamento. La nuova terapia orale è stata sviluppata attraverso un antibiotico realizzato dal team del dott. Kishor Wasan, mirato proprio a combattere questa forma. I risultati hanno mostrato una riduzione del 96% dell’infezione parassitaria dopo meno di cinque giorni di trattamento. Mai nessuna terapia aveva fatto registrare risultati simili.
Non ci sono altri trattamenti tropicali stabili per via orale per la leishmaniosi viscerale. Vediamo un enorme impatto sulla salute globale perché questa malattia viene trascurata, ed essere in grado di ottenere un trattamento diretto per chi è malato, non importa quanto lontano, è fondamentale
ha affermato Wasan. Questa terapia non invasiva agisce direttamente sull’intestino, aiutandolo ad assorbire gli antibiotici che raggiungono il cervello ed il cuore, combattendo la malattia. In pratica l’antibiotico agisce all’incirca come il normale trattamento endovena, ma con minori effetti collaterali perché è meno tossico, è più facilmente inoculabile e può raggiungere anche luoghi remoti del mondo, dove l’epidemia è più diffusa. Ad esempio il trattamento è stato realizzato pensando ai militari che si ammalano durante le missioni in luoghi in cui la malattia è endemica (non per altro in inglese la leishmaniosi prende il nome di Baghdad Boil), in quanto è più facile da spedire o trasportare, costa anche meno di una flebo e l’antibiotico può essere preso da chiunque senza l’intervento del medico.
[Fonte: Sciencedaily]