Combattere la malaria attraverso la modificazione genetica dei maschi della zanzara anofele, primo portatore di questa patologia. E’ questo l’ultimo ritrovato della medicina e della scienza per tentare di combattere la diffusione di questa grave malattia, specialmente nelle zone più calde della terra dove questa patologia risulta essere ancora endemica. Uno studio in corso a tal riguardo è stato pubblicato sulla rivista di settore PNas.
In passato si provò con forti insetticidi che crearono più disturbi agli esseri umani che alle zanzare. Poi è stata la volta di zanzare immuni create in laboratorio che, efficaci tra le quattro mura della ricerca scientifica, non hanno fatto il loro dovere una volta rilasciate nell’ambiente.
Ora si prova ancora con la modificazione genetica in concomitanza alla ricerca di farmaci efficaci per contrastare la malattia. Sono stati infatti creati dalla squadra di Andrea Crisanti e Flaminia Catteruccia dell’ Imperial College di Londra dei maschi di zanzare sterili in grado di far credere biologicamente alle zanzare femmina di aver fecondato le uova. Si punta all’uccisione delle nuove generazioni portando di fatto ad una loro mancata nascita.
Raggiungere il risultato della morte di questa specie attraverso questo esperiente potrebbe davvero aiutare a contrastare la diffusione della malattia. Sebbene in Europa e negli altri paesi occidentali questa patologia non sia manifesta, vi sono circa 250milioni di persone l’anno che rimangono infettate, e alti tassi di mortalità causati da ritardi nella diagnosi e nella somministrazione di terapia tra coloro che viaggiano nelle zone più colpite. Tecnicamente la malattia è causata da un parassita (ben quattro varietà di plasmodio, n.d.r.) che utilizzano la zanzara femmina, quella che punge, come veicolo.
Se ciò che è stato messo a punto nello studio funzionasse nel territorio, si riuscirebbe a debellare in davvero pochissimo tempo il principale vettore della malattia, soprattutto perché anche a livello di sopravvivenza, il minor dispendio energetico dei maschi sterili li porterebbe a vincere su i “normodotati”. Crisanti non è nuovo a tali “invenzioni”. In un suo recente studio ha presentato anche un nuovo tipo di zanzara resistente al plasmodio.
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Fonte: Pnas