Perché siamo grassi? Per la maggior parte delle persone la risposta è semplice: si mangia troppo e si fa troppo poco esercizio. Ma il ricercatore David B. Allison, della University of Alabama a Birmingham, ha affermato che questa risposta, pur valida, è un po’ troppo semplicistica. Allison e colleghi pensano che la questione più rilevante sia che ci siano dei fattori che portano al mangiare troppo e al poco esercizio, e che questi siano alla base dell’epidemia di obesità.
Allison ha pubblicato la sua ricerca sulla rivista britannica Proceedings of the Royal Society B. Qui ha parlato della ricerca sui primati piccoli callithrix, delle scimmie lontane dall’uomo, ma che hanno mostrato un aumento di peso pronunciato nel corso del tempo. Durante le ricerche, non riusciva a trovare alcun motivo valido per cui questo accadeva. La natura della dieta era cambiata, ma controllando la data esatta del cambiamento, il fenomeno continuava a rimanere misterioso.
Incuriosito, ha iniziato la ricerca di ulteriori prove. Avendo bisogno di dati grezzi, ha rintracciato precedenti studi sui mammiferi, esseri umani e non, che duravano da almeno un decennio. Ha così scoperto le informazioni su 12 gruppi di animali (più che altro cani, gatti, scimmie, scimpanzè e roditori) contenenti informazioni su oltre 20.000 esemplari. I 12 gruppi erano suddivisi in maschi e femmine, creando così 24 gruppi. Di questi, 23 su 24 hanno fatto registrare un aumento della percentuale di obesità nel gruppo.
Non vi era un collegamento unico che collegava tutte le 24 serie di dati che potrebbe spiegare un aumento di peso. Gli animali potrebbero avere avuto accesso a più cibo, ma la stessa cosa non capitava con tutti. Alcuni degli animali sarebbero potuto diventare meno attivi, ma altri sarebbero rimasti a livelli di attività normale. Eppure, hanno manifestato un aumento complessivo di peso. La consistenza di questi risultati tra gli animali che vivono in ambienti diversi, tra cui alcuni dove il cambiamento di dieta è altamente controllato ed altri in cui è stata costante per decenni, suggerisce la possibilità intrigante che l’aumento del peso corporeo possa comportare alcuni fattori non identificati o poco conosciuti.
Il mistero si infittisce. Quali potrebbero essere questi fattori? Allison e Yann Klimentidis, tirocinante post-dottorato presso la Scuola di sanità pubblica e co-autore del documento, affermano che cause alternative per l’obesità vanno oltre i soliti sospetti degli aumenti nel consumo alimentare e riduzione del livello di attività. I seguenti fattori potrebbero essere ancora più decisivi:
- Luce. Cambiamenti lievi nella quantità di tempo trascorso alla luce o al buio modificano anche le abitudini alimentari. Allison si chiede se l’aumento dell’inquinamento luminoso nella nostra società industriale possa avere un ruolo;
- Virus. L’infezione da adenovirus-36 è associata all’obesità e la presenza di anticorpi anti-AD36 si sono notati in molti obesi umani. Potrebbero l’AD36 o altri agenti infettivi contribuire all’obesità? Non è da escludere;
- Epigenetica. Le modificazioni genetiche che qualsiasi fattore ambientale come lo stress, la disponibilità delle risorse o il cambiamento climatico possono portare, potrebbero diventare un fattore determinante.
La linea di fondo, dicono gli autori, è che l’obesità è un problema che molto probabilmente ha molte cause e avrà bisogno di molte soluzioni.
Se riuscissimo a trovare le cause per l’aumento di peso negli animali, potremmo essere in grado di affrontare l’obesità nell’uomo
ha concluso Klimentidis.
[Fonte: Sciencedaily]