L’Oms avverte la comunità mondiale: bisogna fare attenzione alla comparsa di nuove pandemie. Le quali potrebbero essere più violente e più mortali del COVID-19.
Oms avverte di non abbassare la guardia
E in questi anni, nonostante l’emergenza sia stata dichiarata conclusa, il COVID-19 ha fatto molte vittime e continua a farne. Non perdendo occasione di lasciare numerosi strascichi sulla salute delle persone. Per l’Oms è necessario farsi trovare preparati all’arrivo di un potenziale nuovo virus emergente. In modo tale che nel momento in cui arriverà la prossima pandemia la risposta potrà essere equa, generale e collettiva nonché decisa.
Il direttore generale dell’Oms, Tedro Adhanom Ghebreyesus su questo non ha dubbi: nuovi agenti patogeni arriveranno, capaci di farci tornare davanti a uno scenario simile a quello del COVID-19.
Farsi trovare preparati consentirà anche di affrontare meglio le conseguenze di questa tipologia di problemi per quel che concerne la salute mentale. La pandemia ha infatti presentato un costo elevato da questo punto di vista sia sulla popolazione che sugli operatori sanitari di tutto il mondo.
La ragione sta nel fatto che ci si è trovati a combattere con una sfida senza precedenti. L’Oms invita anche a far attenzione rispetto alla possibilità che arrivi un’ulteriore variante emergente di COVID-19 che possa essere in grado di causare un picco di contagi e nuovi morti.
Il fatto che l’emergenza sia stata dichiarata non più presente non significa abbassare la guardia contro il virus. Basti pensare all’allarme che sta arrivando dalla Cina relativo al nuovo picco che verrà toccato a giugno con 65 milioni di casi a settimana.
Cosa potrebbe accadere
Un avvertimento che è stato lanciato dal maggiore esperto cinese di malattie respiratorie in merito alla variante Xxb. Su ciò che sta avvenendo in Cina sono diversi i pensieri dei virologi. Secondo Matteo Bassetti, sentito dall’Adnkronos, l’Italia non dovrebbe preoccuparsi di ciò che sta avvenendo In Cina. Perché a prescindere dai contagi bisogna vedere quali siano le ricadute. Ovvero comprendere se la variante attualmente in atto corrisponderà a qualcosa di poco di più di un raffreddore o se aumenterà il rischio di polmoniti.
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, i contagi cinesi potrebbero portare anche a un rialzo di quelli italiani tra circa due o tre mesi. Ma anche secondo l’esperto non dovrebbe avere un impatto significativo per quel che concerne i casi gravi.
È importante comprendere che il virus rimarrà con noi senza presentare un andamento sincronizzato a livello mondiale. Perché? Per via dei diversi livelli di immunità ibrida acquisiti dalla popolazione. Come ricorda lo stesso presidente dell’Oms aver dichiarato la fine dell’emergenza non significa che il COVID-19 non sia più una minaccia per la salute globale, proprio per via delle nuove varianti che possono presentarsi.
E anche per tale ragione che viene suggerito a tutti gli Stati di mettere in conto strategie di approccio nei confronti di possibili nuove ondate o nuovi virus.