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Piano pandemico globale, l’astensione dell’Italia

Sul piano pandemico globale, l’Italia ha deciso di astenersi nel corso del voto di approvazione. Un atto che, al netto delle posizioni politiche, non risulta essere la scelta migliore del mondo.

L’importanza del piano pandemico globale

Soprattutto dopo che, nel 2020, il mondo e la stessa penisola si sono trovati ad avere a che fare con il covid, e con le conseguenze di una generale impreparazione di fronte a un simile problema.

Il piano pandemico globale non ha fatto altro che mettere nero su bianco l’approccio che gli Stati dovrebbero adottare in una situazione di questo tipo. Dall’approccio integrato One Health alla promozione della produzione locale di strumenti medici e vaccini, fino alla creazione di un sistema multilaterale di condivisione e accesso agli agenti patogeni e ai benefici (PABS). Nel nuovo piano pandemico globale messo ai voti, rientra anche il progetto di istituzione di una rete mondiale di approvvigionamento e logistica gestita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme a una rete internazionale legata alle forniture sanitarie.

Insomma, un documento contenente delle linee guida da utilizzare per affrontare una potenziale pandemia. Queste, parte del nuovo accordo pandemico globale dell’OMS, a quanto pare non sono state pienamente condivise dall’attuale Esecutivo, che ha infatti deciso di astenersi dal voto.

Data l’importanza di un simile tema, viene naturale pensare a questa scelta come a una sorta di riscatto verso eventuali (e inesistenti) colpe registrate nel corso della pandemia da covid.  Astenersi durante la votazione relativa al piano pandemico globale però mostra semplicemente che il nostro Paese non ha voluto prendere posizione su qualcosa di estremamente rilevante per la vita dei propri cittadini. Per la quale, forse, sarebbe servito un po’ di coraggio in più, piuttosto che un’astensione motivata dalla difesa della sovranità nazionale.

Basarsi sempre sulla scienza

Quando si tratta di medicina e di pandemie, dovrebbe parlare esclusivamente la scienza. In molti sembrano aver dimenticato cosa ha rappresentato il 2020 per tante persone. Ovvero centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo, perché non esisteva ancora un vaccino. Soprattutto nei primi mesi della pandemia, il lockdown ha creato problemi, anche alla salute mentale delle persone. Ma ha anche permesso di salvare vite dal virus.

Il piano necessita ancora di una ratifica formale e si articola in 35 articoli, delineando un quadro giuridico vincolante per rispondere in modo coordinato, prepararsi adeguatamente e prevenire future pandemie. Il piano, di per sé, è fondato sui principi di equità, trasparenza e solidarietà. Stabilendo che le decisioni debbano basarsi sui dati scientifici disponibili e sottolineando che i Paesi aderenti dovranno rafforzare i propri sistemi sanitari, migliorare le capacità di sorveglianza e garantire una gestione sicura dei rischi biologici.

Una lezione imparata a caro prezzo, proprio nel corso della pandemia di covid.