Salgono ancora di quattro unità (per un totale di 16, n.d.r.) i bambini contagiati dal batterio della tubercolosi in seguito al contatto con l’infermiera infetta avvenuto presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Si tratta di 3 femmine ed un maschio, le cui famiglie sono già state avvisate dell’avvenuto contagio e della serie ulteriori d’esami ai quali i neonati dovranno essere sottoposti. Intanto inizia a salire la psicosi: a Latina il sindacato delle forze dell’ordine richiede maggiori controlli anche per gli agenti venuti a contatto con gente malata.
Va ricordato, quando parliamo di positività al test parliamo di un contatto dei bambini con la malattia. Il contagio del batterio non porta per forza di cose allo sviluppo della patologia, al quale si puà mettere un freno seguendo una profilassi antibiotica adeguata della durata di 6 mesi secondo i protocolli internazionali in vigore. Sono due i farmaci a disposizione dei genitori: o l’isionazide, una pasticca al giorno o la rifampicina in sciroppo. Al momento, esclusa la bambina di cinque mesi ricoverata al Bambin Gesù ed ancora non assimilabile al computo totale dei bambini del gemelli contagiati perché ancora non è avvenuta una verifica del ceppo batterico, nessuno dei neonati è malato. Fino ad ora sono stati circa 860 i neonati sottoposti al test.
Intanto dalla provincia di Latina, dove degli agenti di polizia e degli operatori della legge sono venuti a contatto con un immigrato ammalato di tubercolosi nel corso di una operazione sul territorio, arriva la richiesta del relativo sindacato per l’ottenimento di maggiori controlli:
Il Coisp ritiene che sia assolutamente censurabile la mancanza, a ben cinque giorni di distanza dal fatto, di una chiara ed esaustiva informazione da parte della questura di Latina sull’accaduto. Il Coisp chiede che le misure di profilassi per le persone ed i luoghi siano attivate senza ulteriore ritardo, evitando di esporre a rischi inutili i poliziotti, le loro famiglie e le persone che sono entrate in contatto con il cittadino risultato affetto da tbc.
In risposta al dilagare della preoccupazione, il ministero della Salute ha inviato agli assessorati alla Sanità di Regioni e province una circolare sulle misure di prevenzione per la tbc.
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