Errare è umano, la medicina, i medici non sono infallibili, ma certi sbagli, quando di mezzo c’è la vita, possono costare cari, troppo per restare impuniti o finire nel dimenticatoio.
Come pretendere, d’altra parte, che familiari e parenti delle vittime della malasanità si rassegnino a non ricevere giustizia per la morte dei loro cari?
Pensiamo, ad esempio, ai decessi causati dalle incompetenze del personale sanitario all’ospedale di Vibo Valentia, definito ormai dai più, il nosocomio degli orrori.
Non bisogna, d’altro canto, fare di tutta l’erba un fascio. Anche un professionista serio, che ha salvato migliaia di vite, può incorrere in un fatale errore che costi la vita ad un suo paziente.
Ma quando gli episodi si moltiplicano, come sta accadendo oggi in Italia, e di mezzo c’è l’incuria, l’incompetenza, la scarsa professionalità, è necessario inasprire le procedure penali per punire gli sbagli dei medici che risultano perseverare nella cattiva condotta.
A questo proposito, la buona notizia è che è stata istituita, su proposta di legge dell’onorevole democratica Livia Turco, un’apposita commissione di vigilanza che indagherà sui casi di malasanità, garantendo una giustizia veloce ed efficace, che identifichi le responsabilità e quantifichi il danno ricevuto dal paziente, punendo i colpevoli, che sia personale medico piuttosto che infermieri o operatori sanitari.
La maggioranza ha accolto con favore la proposta dell’ex ministo della Salute, che contribuirà a snellire le pratiche giudiziarie lunghe ed estenuanti relative agli errori medici e a smaltire il carico di lavoro dei tribunali civili.
La maggior parte delle mal practice, esattamente l’85%, si conclude infatti oggi con l’assoluzione degli imputati.
Per evitare leggerezze, ritardi e superficialità nel chiudere queste particolari e delicate cause, la Commissione di inchiesta sugli errori sanitari fornirà un valido supporto giudiziario, distinguendo tra i reali casi di malasanità e gli errori fortuiti e le complicazioni non imputabili alla responsabilità del medico.
[Fonte: www.corriere.it]