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Sla, scoprire la malattia attraverso analisi del sangue

 La Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, è tra le peggiori malattie neurodegenerative con le quali l’essere umano è chiamato a combattere.  Diagnosticarla non è semplice: nel 90% dei casi ha infatti una manifestazione sporadica.Gli scienziati sono ora al lavoro per mettere a punto un particolare esame del sangue come strumento diagnostico.

La ricerca è da sempre in prima linea sia nel cercare una terapia adatta alla sua cura che un test valido per scoprirla. A spiegare le finalità di questo studio ci pensa la dott.ssa Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano e ricercatrice dell’Istituto Telethon Dulbecco attraverso le pagine della prestigiosa rivista di settore PloS One.

Prima di andare avanti dobbiamo ricordare che parliamo di una malattia che colpisce i neuroni adibiti  a dare al nostro organismo i comandi del movimento. Per la Sla, che porta progressivamente alla paralisi di tutti i muscoli, ivi compresi quelli respiratori, non esiste al momento nessuna cura.

Commenta la dott.ssa Bonetto:

Non esistono attualmente test specifici per diagnosticare in maniera precoce questa grave malattia. Per la prima volta sono state analizzate e messe a confronto le proteine espresse dalle cellule del sangue di individui sani, malati di Sla e altri pazienti con neuropatie caratterizzate da sintomi simili: abbiamo così identificato delle proteine i cui livelli sono alterati in maniera specifica solo in caso di Sla e, in parte, in correlazione con la progressione della malattia.

Secondo lo studio presentato dai ricercatori italiani, inoltre, a livello animale, i livelli delle proteine prese in considerazione e collegate alla patologia, risultano essere alterate anche prima della manifestazione dei sintomi. Un elemento, spiega la dottoressa, che fa pensare che questa tipologia di “biomarcatori” possa essere utilizzata anche per diagnosticare in modo precoce la malattia anche nell’essere umano.

Se si riuscisse a mettere in pratica su modello umano lo studio appena presentato si potrebbe contare su uno strumento efficace per ottenere una diagnosi precoce in grado di dare al paziente il tempo necessario per tenere a bada i sintomi il più a lungo possibile.

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Fonte: Plos One