Dei ricercatori dell’Università di Chapel Hill, in Nord Carolina, hanno individuato una proteina in grado di rilevare l’età biologica di una persona, la quale si discosta da quella cronologica. Per età biologica infatti si intende l’età del nostro corpo in termini di salute. Ad esempio una persona di 30 anni potrebbe avere un’età biologica di 40 o 50 a seconda dello stile di vita e dei vizi. In particolare è stato rilevato come questa proteina, chiamata p16INK4a, sia in grado di aumentare l’età biologica di una persona se conduce una vita sedentaria o se fuma, mentre ancora servono degli studi per valutare l’incidenza dell’obesità.
Questa scoperta ha molteplici finalità. La prima, e più importante, è valutare la capacità di effettuare un trapianto. Secondo i ricercatori, la buona riuscita di un trapianto di un organo qualsiasi è dovuta, oltre alla compatibilità, anche allo stato di salute biologico. Se infatti si trapianta un organo di un quindicenne nel corpo di una persona di 50 anni ci sono maggiori possibilità di rigetto. Questa proteina serve per capire quanto sono compatibili le due età biologiche e se è il caso di rischiare un trapianto.
Un’altra finalità importante può essere il rilevare il tasso di invecchiamento di una persona, la quale può prendere provvedimenti in tempo, prima che qualche malattia si manifesti.