Il termine anosmia è poco conosciuto, anche se sono in molti ad esserne affetti. Si tratta della totale o parziale perdita del senso dell’olfatto, o per dirla in parole povere, l’incapacità di sentire gli odori. Una condizione che affligge milioni di persone in tutto il mondo che può essere causata dall’invecchiamento, da un trauma o da altre condizioni sottostanti. Fino ad oggi non si era trovato rimedio, ma una ricerca dell’Università di Berkley, in California, potrebbe cambiare il modo di trattare questa malattia.
I neuroscienziati dell’università americana hanno scoperto che lavorando sui geni del paziente è possibile in un certo senso “resuscitare” i sensori dell’odore. La cura avverrebbe tramite le staminali olfattive provenienti dal tessuto del naso stesso della persona malata, le quali possono far maturare dei neuroni sensoriali che poi inviano gli odori al cervello.
Uno dei motivi [per cui avviene l’anosmia] potrebbe essere che quando una persona matura, le cellule staminali olfattive invecchiano e sono meno in grado di sostituire le cellule mature, o forse sono semplicemente esaurite. Quindi, se avessimo un modo per promuovere l’attivazione delle cellule staminali che si auto-rinnovano, potremmo essere in grado di sostituire queste cellule perse e mantenere la funzione sensoriale
ha dichiarato John Ngai, capo ricercatore del progetto. Lo sviluppo di questa nuova tecnica è importante in quanto, anche se il problema a volte viene sottovalutato, può comportare diversi problemi di salute come la malnutrizione perché la persona che non sente più l’odore del cibo non ne è più attratta, oppure anche altri tipi di pericoli come ad esempio l’impossibilità di notare una fuga di gas.
Secondo Ngai la scoperta potrebbe inoltre aiutare la scienza a progredire verso una fase successiva nella terapia contro la degenerazione cellulare e risolvere anche altre malattie correlate alla perdita della funzionalità di alcuni neuroni o cellule.
[Fonte: Sciencedaily]
Photo Credits | Thinkstock