Il trattamento dei calcoli renali senza ricorrere alla chirurgia consiste nella somministrazione di onde d’urto extracorporee, generate da un apparecchio, che vengono focalizzate sul calcolo renale ma anche dell’uretere e della vescica) che viene letteralmente triturato. Il tutto senza anestesia, in day hospital, con pochissimo dolore, sotto la guida di un ecografo, semplicemente stando sdraiati su un lettino.
Con un’unica limitazione: la dimensione del calcolo deve essere inferiore ai 2 cm. Poi, basterà bere molta acqua per espellere definitivamente la causa di tanto dolore. Un dolore così violento da essere paragonato a quello del parto, che insorge a livello lombare ma si irradia all’addome, all’inguine, al testicolo e provoca nausea, vomito e tachicardia.
Può durare qualche minuto ma anche ore e scompare, a fatica, solo dopo l’assunzione di farmaci antispastici, antinfiammatori o analgesici forti per ripresentarsi puntualmente dopo poche ore o pochi giorni. Ma, che cosa sono i calcoli, perché si formano? Sono pietruzze di sali inorganici (calcio, fosforo, ammonio) o di composti organici come l’acido urico, che l’organismo produce a causa di malattie metaboliche congenite, di disfunzioni delle ghiandole paratiroidi, per un malassorbimento del calcio da parte dell’intestino o delle ossa, o di infezioni alle vie urinarie.
E se i calcoli sono molto grandi? Esistono altri metodi come la cosiddetta litolapassi percutanea per la quale però è prevista l’anestesia generale, perché si fa penetrare la sonda attraverso un piccolo foro praticato nella regione lombare. Se poi le dimensioni raggiungono la grandezza del rene (a stampo totale) o esistono malformazioni o disturbi funzionali allora bisognerà ricorrere a un vero e proprio intervento chirurgico.